Come ogni anno questo è il periodo della famigerata influenza stagionale: tosse, raffreddore, febbre alta.
Puntuale e precisa è arrivata anche a casa nostra, dove di solito non si ferma mai, se non per qualche sporadico episodio di raffreddore.
Nemmeno Lavinia che frequentava il nido ne è mai stata colpita. Fortunatamente.
Quest’anno invece, nonostante ancora non abbia ben capito come sia stato possibile, dato che Ludo non è stata a rischio contagio nei giorni precedenti al suo manifestarsi, l’influenza ha pensato bene di farci visita abbattendosi sulla povera Ludo dal nostro arrivo a Firenze, il ventisette Dicembre, e non mollandola fino al sette gennaio.
Dieci giorni come da manuale.
Perché in effetti leggendo qua e là avevo letto che l’influenza di quest’anno è più lunga.
I sintomi di questa influenza sono: febbre alta ad esordio improvviso, oltre i 38, tosse secca e stizzosa, difficoltà a dormire, stanchezza e debolezza, mal di gola, mal di testa, naso congestionato e starnuti, perdita di appetito.
E anche per noi è stato così: Ludo è arrivata ad avere la febbre a 40°, valori che non avevo mai visto sul termometro, aveva una brutta tosse secca e stizzita, era abbastanza mogia, si portava le mani alla testa e indicava spesso la gola e starnutiva in continuazione.
Una bella compagna di vacanze, no?
Se ci avete seguito sui social saprete che siamo state al Meyer per sicurezza, perché non avendo il pediatra a Firenze e vedendo la temperatura salire fino ai 40° volevamo essere sicuri che fosse tutto “regolare”.
Confermata la viralità della sua influenza, con una semplice cura di antipiretico e aerosol consigliataci dal pediatra, Ludo dopo quattro giorni è guarita.
O almeno così credevo. E me ne stupivo, infatti.
Ma non doveva durare dieci giorni?
E infatti dopo essere rimasta sfebbrata dal 31 sera, in modo da regalarci balli sfrenati in casa l’ultimo dell’anno e grandi dormite il primo, il quattro gennaio, dopo quattro giorni di guarigione apparente (la tosse era rimasta ma era diventata grassa e si era affievolita), durante la notte l’ho sentita di nuovo calda e il mattino seguente aveva nuovamente 38,5 di febbre.
Mi sono ricordata che avevo letto in un interessante articolo che questa influenza è bifasica e prolungata, quindi febbre alta per 3-4 giorni, poi 1-2 giorni sfebbrati, poi ripresa della febbre.
1-2 giorni sfebbrati, però, non quattro.
Quindi se da una parte ero abbastanza sicura si trattasse sempre di influenza, dall’altra avevo un tarlo: e se stavo sottovalutando la cosa? D’altronde so che la febbre è un meccanismo di difesa e che non deve fare paura, ma se arriva, passa e torna, forse c’è dell’altro? Così ho chiamato il nostro pediatra di casa, per avere la sua opinione.
Secondo il nostro pediatra difficilmente poteva trattarsi della stessa influenza, essendo trascorsi 4/5 giorni tra un episodio e l’altro, però non vedendola non poteva dirmi di più. Così ho preferito riportarla al Meyer dove invece hanno confermato che Ludo aveva i bronchi puliti e che quindi era influenza. Ancora. Aggiungendo che tanti sono i casi come il suo.
Apro parentesi: il Meyer è un ospedale pediatrico. Ma non avendo noi il pediatra a Firenze quando siamo lì possiamo solo andare al pronto soccorso pediatrico. Durante il week end è attivo il servizio Acap (Ambulatorio della continuità assistenziale pediatrica), che permette di andare a farsi visitare da pediatri interni al Meyer, senza però passare dal punto soccorso, tramite appuntamento o se al pronto soccorso è stato assegnato un codice bianco. Il che è molto comodo per evitare di aspettare ore ed ore.
Anche se aspettare, vista la sala giochi di cui è dotato l’acca, è davvero divertente.
La seconda fase dell’influenza di Ludo per fortuna è stata più blanda, ha avuto massimo 38,5° per un paio di giorni e poi così come era tornata, se ne è andata.
Ci è rimasta una gran tosse, ma quella, in inverno, è fisiologica no?
Sere-mammadalprimosguardo