Voa Voa Sofia!

Questo è uno di quei giorni che non vorresti ma arrivasse, ma che da sempre sai che sarebbe arrivato.

Perché vedi, cara Sofia, sapevamo tutti che prima o poi saresti dovuta andare via. Volare via.

Lo sapevo io, lo sapevano tutte le persone che hanno conosciuto la tua storia tramite la tv, lo sapevano gli amici e i parenti, lo sapevano la tua mamma e il tuo babbo.

Anche se hanno iniziato una lunga battaglia mediatica. Anche se hanno chiesto e richiesto che ti fossero concesse le cure compassionevoli. Anche se si sono affidati inizialmente a qualcuno che poi ha solo aggiunto dolore al dolore.

Mamma Caterina e papà Guido sono sempre stati molto lucidi in questo. Non credo di aver mai conosciuto due persone più ancorate alla realtà di loro, nonostante il dolore. Hanno sempre parlato con razionalità. Con me, con i giornalisti, con tutti.

Non hanno mai cercato il miracolo. Hanno sempre e solo cercato sostegno. Aiuto. Amore. Rispetto.

Cose che hanno sempre regalato agli altri e che sono convinta continueranno a fare senza di te, in tuo onore, a tuo nome.

Sei stata sfortunata Sofia, sei nata in un corpo che non ti ha permesso di andare oltre. Ma hai avuto la fortuna di avere due genitori straordinari.

Nutro profonda stima, amore, gratitudine per loro e per quello che mi hanno regalato in questi anni.

Perché la verità è che dalla prima volta che ho visto la tua storia in tv, anche se ancora non ti conoscevo, anche se ancora non conoscevo mamma Caterina e babbo Guido, anche se ancora non lo sapevo, la mia vita è cambiata tantissimo.

Non smetterò mai di dirlo: mi sono sentita coinvolta come se tu fossi figlia mia e rifarei tutto quello che ho fatto, quel poco che ho fatto, in questi anni. Anche se non sono stata razionale, anche se ho forse creduto alle favole, anche se ho manifestato in strada, cosa che non credevo avrei mai fatto nella vita.

E invece rifarei ancora tutto. Perché tu mi sei entrata nel cuore, così come la tua mamma e il tuo papà, e perché la tua storia è la storia di una bambina come tante, una bambina che poteva essere di chiunque e chiunque. E che ha fatto tanto, per tanti, senza mai proferire parola.

Parola che manca anche a tanti altri bambini nella stessa tua condizione.

Bambini che vengono abbandonati dalle istituzioni perché per loro non esiste cura. E spesso per loro non esiste nemmeno sostegno, aiuto, forza. Quella che a te non è mai mancata, grazie a tutto quello che sono stati capaci di mettere in moto i tuoi genitori, solo con la forza dell’amore.

Quell’amore che provavano, provano e proveranno sempre per te.

 

Niente ti riporterà qui. Lo sappiamo e l’abbiamo sempre saputo. Ecco perché oggi è uno di quei giorni che non vorresti ma arrivasse, ma che sai da sempre che sarebbe arrivato.

Non ci saranno miracoli. Non ne aspettavamo.

Ma continueremo, per te, grazie a te, a fare qualcosa perché nessuno venga dimenticato. Continuando a parlarne e a donare e ad aiutare chi ha necessità di volare. E tu potrai volare sempre più in alto.

Anche e soprattutto per merito della tua mamma e del tuo babbo che inconsapevolmente hanno portato amore e luce nella vita di tutti noi. E che ancora oggi, durante l’ultimo saluto, si sono stretti nell’affetto ricevuto, e hanno sorriso, loro a noi, con una forza e una dignità che non ha eguali.

Il vero miracolo sei tu dolce Sofia. Tu e tutto l’amore che hai generato. Tu, generatrice di miracoli, come ha scritto mamma Caterina e ha cantato oggi in chiesa babbo Guido, con l’amico Filippo.

Voa Voa Sofia. Ora, finalmente, con la meraviglia negli occhi e lo stupore nel cuore.

Noi non ti dimenticheremo mai.

Sere-Mammadalprimosguardo 

sofia la bambina farfalla

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