Come in molti oramai sanno venerdì io e Lavinia siamo state al Superstudio 13 di Milano. Il Superstudio è il primo e più famoso complesso di studi fotografici di Milano, luogo degli scatti d’autore della moda, ma anche spazio per piccole fiere di nicchia, showroom, eventi di immagine, sfilate, presentazioni.
Cosa ci facevamo lì? Io accompagnavo Lavinia, lei lavorava. Per Armani.
Vita da star.
Sì avete capito bene, una bambina di 32 mesi lavorava.
Aspettate però a chiamare i servizi sociali perché è tutto regolare.
Con questo post, oltre a rispondere a tutte quelle mamme che mi hanno chiesto informazioni per candidare i propri figli, rispondo anche a chi, avrà pensato che sono una pessima madre. Perché sicuramente c’è chi mi avrà dato della matta.
Amen. È la prima cosa che mi viene da dire. Ovviamente a voi “contrarie”.
Per le mamme invece curiose ecco come funziona.
Lavinia è iscritta ad un’agenzia di Milano. Come ci si iscrive? Cercando su Google troverete moltissime agenzie per bambini. La prima cosa da fare è inviare una foto del bambino in primo piano, anche non professionale, via email. Se il bambino verrà ritenuto idoneo l’agenzia ti contatterà illustrando i passi successivi da compiere. (Attenzione non tutte le agenzie rispondono, se non rispondono potrebbero non aver ricevuto la fotografia o non essere interessati al bambino).
Non farò il nome della nostra ma vi posso dire questo: se l’agenzia è seria non chiede soldi. Perché l’agenzia deve rappresentare il minore, è sua cura farlo lavorare perché così percepirà il proprio corrispettivo. Se vi chiedono soldi è abbastanza strano, a mio avviso. Perché l’agenzia non affronta nessuna spesa, sponsorizzando il vostro bambino. Lo propone in quanto bambino della sua agenzia e ha il tornaconto economico nel momento in cui il bambino viene scelto. Una volta c’erano i famosi book fotografici che servivano a proporre il bambino. Ora invece si fa tutto via mail, quindi non esiste nemmeno la spesa di cancelleria…
L’unica cosa che possono chiedervi è delle foto professionali, per poter candidare il bambino ad un casting. La nostra agenzia ci ha detto: se le avete mandatemi quelle. Altrimenti abbiamo un fotografo a disposizione. Noi inizialmente abbiamo mandato alcune foto di Lavinia che un amico ci aveva già fatto. E nonostante non fossero state fatte dal loro fotografo, Lavinia è stata subito contattata per un casting. Al quale non siamo andate ma questa è un’altra storia, un punto che affronteremo sotto. Poi in un secondo momento abbiamo deciso di far fare a Lavinia le foto dal loro fotografo, ma semplicemente perché avevamo visto alcuni dei suoi scatti e ci erano piaciuti talmente tanto che abbiamo pensato che in ogni caso sarebbero state un ricordo per Lavinia che, nata nell’era Iphone ha un milione di foto ma poche davvero perfette.
Tramite l’agenzia abbiamo fatto quindi queste foto dal loro fotografo che ci ha dedicato un’ora del suo tempo e ha fatto a Lavinia un centinaio di scatti meravigliosi, correggendone in seguito alcune (quelle che poi usa l’agenzia) per eliminare le imperfezioni naturali, non essendo la bambina truccata.
Quindi abbiamo pagato un lavoro di fotografia che comprendeva anche il santo foto ritocco. Lavinia è bellissima in quelle foto, ve lo posso assicurare e chi le ha viste potrà dire lo stesso.
Questo per quanto riguarda l’iscrizione. Quindi nessuna spesa iniziale, solo un book fotografico e l’impegno di fornire all’agenzia aggiornamento periodici circa la crescita della bambina (altezza, numero scarpe e taglia, tramite mail).
Veniamo poi a quanto anticipato sopra: non c’è obbligo di partecipare a tutti i casting. Lavinia viene chiamata spesso, ma altrettanto spesso rifiutiamo. Rifiuto se non posso portarla: la volevano per Chicco, subito appena iscritta, ma era troppo lontano per me il luogo del casting, anzi più che lontano poco facilmente raggiungibile da Borgo. L’hanno candidata per Pampers ma dovevo lavorare e non l’ho potuta portare anche perché due giorni prima l’avevo portata a quello di Armani per il quale poi è stata scelta. Quindi l’agenzia propone ma poi sono i genitori che decidono.
Ci sono genitori che li portano a tutti i casting. Ho sentito mamme che in una giornata li hanno portati a 4 casting consecutivi. Scelte. Lavinia non ha nemmeno tre anni, se da una parte può tranquillamente assentarsi dal nido, cosa che con la scuola non potrebbe fare, dall’altra è troppo piccola per essere sballottata a 4 casting di fila. Si scazzerebbe.
Quindi io e Giacomo abbiamo deciso che parteciperà solo quando potremo portarla in posti comodi. Per tutti. Anche perché vi assicuro che per i genitori è comunque stancante.
Ci sono diversi tipi di chiamata: un casting al buio, cioè il cliente non vuole vedere foto ma direttamente i bambini, chiede età, taglia, magari colori ma niente di più. A questi non porto Lavinia, perché troppo generici. Quelli che scegliamo noi sono quelli chiamati casting selezionati: significa che il cliente ha già visto i bambini via foto e ne ha scelti alcuni. Quelli scelti in foto vanno al casting fisico.
Normalmente il casting dura 5 minuti. Si entra si fa una foto ( o più di una) e si torna a casa.
Al casting che Lavinia ha fatto per Armani c’è stato un solo scatto. Tra parentesi nemmeno dei migliori, dato che quel giorno Lavinia voleva il gelato e ha sorriso solo quando siamo arrivate in gelateria. 😀 Eppure è stata scelta! In alcuni casting misurano i bambini per verificare l’altezza. In altri ancora fanno provare alcuni abiti ai bambini. Ogni casting è a sé.
Una volta fatto il casting l’agenzia ti avvisa se il bambino è stato preso. In questo caso ti vengono fornite le informazioni circa la location, il compenso (i bambini vengono ovviamente pagati) e l’orario.
Il nostro appuntamento era per venerdì 16 alle 9 a Milano in via Forcella. Siamo arrivate con 5 minuti di anticipo e c’erano già un paio di bambine. Poco per volta sono arrivate tutte e in totale erano una decina, di 2/3 anni e 8) . Le bambine hanno cominciato a conoscersi e ad ambientarsi anche grazie ad un tavolone imbandito per la colazione. Credo che questo particolare sia stato fondamentale, soprattutto per quelle piccole come Lavinia.
Alle 10 hanno iniziato a preparare le bambine (i maschi avevano lavorato il giorno prima). Trucco e parrucco.
Poi sono cominciati gli scatti, con un fotografo molto simpatico che faceva divertire le bambine e un’animatrice ad intrattenere le piccole pesti.
Un paio di ore di foto, pausa pranzo durante la quale abbiamo mangiato e approfittato per dormire, (Lavinia al pomeriggio ancora dorme ed era giusto che si riposasse) e poi un altro paio di outfit finali.
Si trattava di un lavoro per fotobook aziendale. Divieto di fare foto alle bambine per noi genitori perché la collezione esce a Dicembre e si rovinerebbe l’effetto sorpresa. Per cui le foto che vedete qui sono quelle pubblicabili, perché Lavinia è in abiti borghesi..:-D
A fine giornata io ero distrutta. Treno, metro, cerca il posto, seguila ovunque, falla dormire, non perderla d’occhio, metro/treno di nuovo…E poi venerdì sera avevamo già in programma di andare da papà a Firenze e quindi, anche se alle 16 eravamo libere di tornarea casa, in realtà abbiamo dovuto aspettare Italo per partire, quindi giro in centro, shopping e mega gelatone post lavoro. Da vere modelle!
Dicevo, io ero distrutta…Lavinia no, tanto che arrivati a Firenze aveva ancora voglia di fare casino. Lei si è divertita. Lo sottolineo. Per lei è stato un gioco. Come se fosse stata al nido, in compagnia di altre bimbe. Provava vestiti e metteva il rossetto. Correva. Quando le andava sorrideva, quando non le andava non lo faceva. Tutto qui. A fine giornata le ho chiesto se si fosse divertita a fare le foto: mi ha risposto di sì, con i vestiti delle principesse.
Era la nostra prima volta. Se si fosse messa a piangere avrei capito che non era un gioco e oggi farei forse altre valutazioni. Ho visto una bimba che ha pianto tutto il giorno. Ecco in quel caso forse o la giornata era no, oppure forse non era il suo ambiente. Ma ho poi visto anche bambine che erano perfettamente a loro agio, bambine che avevano già lavorato, che sorridevano e si mettevano in posa. Divertendosi.
Dipende dal bambino e dai genitori. Ma se non provi non lo puoi sapere.
Noi abbiamo deciso di iscrivere Lavinia per provare. Io avrei voluto vivere in quel mondo, lo sapete, e vedere Lavinia sul set è stato emozionante. Ma no, non diventerò una mamma sfegatata. Se si continuerà a divertire bene, se invece crescendo non sarà interessata all’ambiente smetteremo. Ma tutto fa esperienza. Noi abbiamo deciso di non limitarla. Di permetterle di provare quante più esperienze possibili in modo che poi possa lei stessa capire cosa le piace e cosa no. Essere genitori comporta anche questo.
Quindi perché no?
E poi inizia a mettersi da parte i soldini per l’Università, che frequenterà, prenderà dei bei voti e noi saremo orgogliosi della nostra splendida figlia studiosa. Per ora che male c’è se siamo orgogliosi della sua bellezza e della sua simpatia?
Sere-mamma-dal-primo-sguardo