Avete mai sentito parlare dell’ipocondria delle mamme?
No? Bene ve la racconto.
L’ipocondria delle mamme è quella paranoia che colpisce donne apparentemente sane di mente, in forma, forse stanche, ma in salute, che di punto in bianco cominciano a blaterare cose e a convincersi che stanno male. Ma male male.
Non sono sempre stata così: c’è stato un tempo in cui ero convinta che mi sarebbe andato sempre tutto bene. Ovviamente quando avevo dieci anni e non avevo una percezione corretta della realtà.
Poi prima la mia mamma che si è ammalata una volta, poi un secondo intervento e un terzo, in un decennio cruciale per me come quello che da bambina mi avrebbe trasformato in donna.
Ma ancora sapevo gestire la situazione: sapevo che esistevano i controlli e che si poteva placare l’ansia così. E infatti ero serena.
Poi sono diventata mamma e tutto è cambiato.
Non mi faccio prendere da ansie strane e litigo con mia madre quando mi sottolinea che una delle mie figlie ha dato un colpo di tosse in più o ha un colorito strano.
Ma dai mamma sarà influenza. Ma sì oh sarà stanca.
Però se a dare il colpo di tosse in più o ad avere il colorito strano sono io, parte la paranoia tipica delle mamme: quella che ti fa pensare di avere un male incurabile e che ti sia rimasto poco da vivere.
E sì forse fa ridere, ma quando ci sei dentro un po’ meno.
Razionalmente siamo tutte brave a dire che non sarà nulla, che siamo paranoiche, che sarà stress.
Certo. Però cosa fai? Ignori i tuoi sintomi? Fai finta di non vederli per non essere tacciata di ipocondria? Probabilmente alcune lo fanno, preferiscono non sapere.
Io no però io non ce la faccio, io devo indagare e lo devo fare immediatamente non posso aspettare. Perché se sono particolarmente stanca ed entro nel mood della paranoia più passano i giorni più la stanchezza si accumula più i brutti pensieri aumentano.
Un paio di settimane fa sono andata dal mio medico con una serie di sintomi: tachicardia, mal di gola persistente, sbalzi di peso, estrema stanchezza. Mi mancava solo la perdita di capelli che mi ha ipotizzato il dottore e poi le avevo tutte.
Poteva essere stress certo, ma se così non fosse stato? Così mi sono fatta prescrivere una serie di esami da fare (sangue con specifica attenzione su tiroide e vitamina D, holter cardiaco per monitorare il battito cardiaco nelle 24 ore, visita dall’otorino) che ho fatto durante la mia settimana della paranoia. Paranoica al punto che siccome l’otorino me l’avevano dato troppo in là sono andata privatamente per non saper né leggere né scrivere.
Ho anche fatto un elettrocardiogramma (in quanto donatrice avis) e una visita dal dermatologo per un neo che nel frattempo mi aveva iniziato a far fastidio.
E anche dal cardiologo, dal quale sono andata giusto per scrupolo, dietro consiglio medico, per fargli vedere le extrasistole che mi hanno trovato con l’holter, ho preferito andare subito, senza aspettare i tempi di attesa del SSN. Perché io sono così, non riesco ad aspettare, preferisco rinunciare a qualcosa ma andare subito a pagamento. Primo perché mi sento più seguita e poi perché mi conosco, l’attesa sarebbe logorante.
Tutto a posto. Tutto assolutamente e fortunatamente bene. Gli esami del sangue vanno bene, sono un po’ carente di vitamina D ma per la mia zona è assolutamente normale, la tiroide funziona, la mia gola è solo un po’ irritata da un po’ di catarro da sciogliere, le extrasistole sono benigne al punto che nemmeno le sento, non mi danno alcun fastidio e quelle bolle che sentivo (e che ovviamente non sento più) potrebbero dipendere da un leggero reflusso.
Il mio dottore mi ha prescritto la vitamina D e mi ha invitato a rilassarmi e a fare un po’ di vacanza.
E in effetti con le giornate che si allungano e il mare che s avvicina sto già decisamente meglio.
La verità è che la stanchezza delle mamme fa brutti scherzi.
Ci preoccupiamo sempre di duemila cose, facciamo funzionare una catena di montaggio che richiede attenzione e coordinamento. I nostri figli vengono sempre prima di tutti e tante volte accumuliamo malanni e malesseri senza rendercene conto. E poi ad un certo punto il nostro corpo ci dice: rallenta e quando manda qualche segnale il cervello parte per la tangente e crea scenari apocalittici.
Non siamo per fortuna tutta così. Ma siamo in tante. Ve lo voglio dire, per tranquillizzarci e per farci sentire meno sole.
Siamo in tante.
State serene.
Sere-Mammadalprimosguardo
Come ti capisco! A dire il vero però non me la sento di definirmi ipocondriaca. E’ che da quando sono diventata mamma sento una maggior senso di responsabilità sulle spalle, un dovere di buona salute nei confronti dei bambini. Perciò da qualche tempo ogni anno o due faccio esami del sangue e controlli ginecologici di prevenzione. L’anno scorso ho fatto pure l’elettrocardiogramma per quella sensazione di cuore in gola che ogni tanto mi prendeva (e mi prende…). Hai fatto bene a parlarne, ho scoperto che siamo in tante nella medesima situazione. Ciao
I controlli li faccio anche io e anzi li facevo anche prima di diventare mamma, però adesso davvero facacio voli pindarici che se non è ipocondria quella non so
Anche a me capita! Ma da quando mio figlio si è dovuto operare, vivo in un perenne stato d’ansia: “E se accadesse di nuovo? E se ci fosse dell’altro? Se fosse qualche malattia terribile”?.
Insomma, sono quasi al limite, con la differenza che, essendo un bambino, ho mille scrupoli nel sottoporre mio figlio a controlli vari…Consigli?
Ah se li trovi dimmelo
Sono messa male anche io
Mi sono trovata qui perché pensavo fossi anormale e mi è uscito il tuo blog!! Concordo con tutto quello che hai scritto…a volte è gestibile,altre è estenuante. Io ho sempre collegato questo “sentirsi così” al sentirmi sola…e vedere che effettivamente come penso e bado io mia figlia non lo fa nessuno. Comunque qualsiasi sia la causa scatenante diamoci la mano e facciamoci forza tutte insieme
Ciao Rita siamo tutte sulla stessa barca! grazie per avermi lasciato un commento!
Grazie a te…fa sentire più sollevata anche solo al pensiero di non essere l’unica
Verissimo. Per questo ho iniziato a scrivere