Mi chiamo Amelia e sono la mamma di Alessia, una bambina di 18 mesi, morta 11 anni fa per colpa di una meningite fulminante di ceppo B, senza che io potessi fare niente.
Con queste parole qualche settimana fa a Milano è iniziato un incontro intitolato “Liberi dalla Meningite”, durante il quale un gruppo di esperti, tra cui pediatri, ricercatori e professori, hanno affrontato il problema meningite e vaccinazioni relative in Italia.
Tante volte qui sul blog vi ho parlato di meningite e delle vaccinazioni che hanno fatto le mie figlie. Sia quella contro la meningite di tipo C, vaccino già incluso da anni nel piano vaccinale e somministrato gratuitamente ai bambini che hanno compiuto 1 anno di età e in due dosi: una al 13° e una al 15° mese, sia quello contro la meningite di tipo B (Men B) disponibile in Italia dal 2014.
Non a caso uno dei post più cliccati in rete sulla vaccinazione contro il meningococco B è proprio il mio, scritto quando questo vaccino è arrivato in Italia ed è stato somministrato privatamente alla mia primogenita, perché ai tempi, non era previsto nel calendario vaccinale.
Inizialmente infatti il Men B era offerto in modo gratuito solo in poche regioni – Basilicata, Puglia, Veneto, Toscana, Sicilia, Liguria, Friuli Venezia Giulia – ma era possibile richiederlo dal terzo mese di vita del proprio bambino presso le farmacie sul territorio.
Fortunatamente il piano vaccinale è cambiato e dal 2017 tutti i bambini nati dal 2017 possono ricevere gratuitamente la vaccinazione contro la meningite di ceppo B.
Ma per tutti gli altri bambini, quelli nati prima del 2017, come si fa? Sono esclusi dalla vaccinazione? No.
E’ infatti possibile vaccinarli o privatamente pagando il vaccino di tasca propria e facendolo somministrare al proprio pediatra, come avevamo fatto noi ai tempi, chiedendo al nostro pediatra di somministrare a Lavinia il vaccino contro il meningococco B., oppure da qualche anno è stato previsto un incentivo alla vaccinazione che prevede un acquisto da parte delle famiglie del vaccino a prezzo di costo, e somministrato nelle asl attraverso una lista di attesa.
In alcune regioni infine, come in Lombardia per esempio, esiste la possibilità del co-pagamento per le fasce escluse dall’offerta gratuita + possibilità di vaccinazione Men B presso pediatri di famiglia che hanno aderito all’iniziativa.
Questo significa che la famiglia paga metà del prezzo del vaccino, l’altra metà la paga la regione e il vaccino può essere somministrato al bambino dal proprio pediatra di riferimento, senza dover passare dalle liste di attesa delle asl che per un certo punto sono state prese d’assalto ed erano interminabili.
Ricordo infatti che anche molte mie amiche lamentavano attese infinite prima di poter far vaccinare i loro bambini. Questo perché ovviamente tra il nuovo calendario vaccinale con le nuove date da rispettare, tra la carenza di personale e la volontà di molti genitori di vaccinare i loro bambini anche se nati prima del 2017, i centri vaccinali non riuscivano a fronteggiare tutte le richieste.
La Regione Lombardia l’anno scorso ha raggiunto un accordo coi sindacati dei pediatri, che possono vaccinare i loro assistiti (o quelli dei loro soci in cooperativa) con lo sconto. Ma solo su base volontaria: dal 15 giugno 2017 infatti è possibile effettuare la vaccinazione contro il meningococco B presso i propri pediatri di famiglia che hanno aderito all’accordo regionale, approvato con Deliberazione della Giunta n. 6612/2017. e a Milano sono disposti a farlo solo 22 pediatri su circa 140, di cui 9 concentrati in zona 9. Nel Nord Milano (Sesto e Cinisello) lo fanno in 2, e altrettanti a Pavia.
Per effettuare la vaccinazione antimeningococco B in co-pagamento è necessario contattare il proprio Pediatra di Famiglia, che fornirà tutte le informazioni utili e programmerà la somministrazione secondo il calendario per età.
Il termine meningite caratterizza qualsiasi infezione delle meningi, le membrane che proteggono il sistema nervoso centrale. La meningite da meningococco è invece causata da un batterio a forme di chicco di caffè, chiamato Neisseria meningitidis. Il batterio è presente in circa il 10 per cento delle persone, nelle alte vie respiratorie, all’interno della gola e del naso. Si trasmette per via aerea da portatori asintomatici attraverso il contatto diretto prolungato, soprattutto in ambienti affollati e può entrare nelle vie respiratorie di altre persone.
La malattia si presenta spesso con segni aspecifici, come la febbre alta. Possono comparire febbre, cefalea, rigidità della nuca e vomito oltre a macchie sulla pelle, presenti in tre malati su quattro. Il decorso può essere estremamente rapido, tanto da condurre a morte anche in poche ore.
Va detto che non c’è un’epidemia e che quindi è inutile allarmarsi.
Però è giusto prendere atto del fatto che la meningite c’è e ha una mortalità del 10% e che per tutti i ceppi di meningite più gravi, esiste un vaccino che può evitare conseguenze terribili.
Alessia aveva 18 mesi, era una bambina sana, che aveva ricevuto tutte le vaccinazioni previste per la sua età perché i suoi genitori avevano deciso di farle fare anche quelle non obbligatorie. Non quella contro il meningococco B perché 11 anni fa, purtroppo, non c’era.
Un pomeriggio un po’ di febbre, salita rapidamente, ma scambiata per una banale influenza. Invece la mattina seguente, una corsa inutile in ospedale e la morte della bambina.
Senza nemmeno avere il tempo di realizzare quello che stava succedendo, senza poter fare assolutamente nulla.
Perché la meningite fulminante è così: arriva e ti porta via.
Difficilmente si può riconoscere dai primi sintomi, perché sono molto simili ad una banale influenza. Quando poi diventa evidente, purtroppo è tardi.
La vaccinazione per il meningococco B viene oggi proposta (gratuitamente) e raccomandata nel primo anno di vita perché l’incidenza della malattia invasiva da meningococco è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e, in particolare nel primo anno di vita, l’incidenza supera i 4 casi per 100.000. Evidenze scientifiche dimostrano chiaramente però che il rischio di infezione si mantiene elevato lungo tutta l’età prescolare.
Per questo è fondamentale accogliere l’invito alla vaccinazione e sviluppare immunità di gregge.
So che può far paura, spesso i genitori si trovano a dover prendere una decisione senza essere sufficientemente informati e sono spaventati da informazioni apprese in rete che raccontano una verità diversa da quella delle istituzioni sanitarie.
Però a me spaventa di più la malattia, quello che in sole 12 ore può fare ad una persona, ad un bambino.
E per questo ho sempre scelto di fidarmi dei medici e della scienza, vaccinando, anche a pagamento quando è stato necessario, le mie bambine.
Sere-Mammadalprimosguardo
Ps: non dimenticare che….
- La malattia meningococcica è una patologia improvvisa potenzialmente fatale in 24-48 ora.
- Più di uno su dieci tra chi ne è colpito può morire.
- In Europa il Meningococco B (Men B) causa circa l’85 per cento dei casi di malattia da meningococco tra i bambini piccoli.
- Più di 1 bambino su 10 sopravvissuto all’infezione da Meningococco B soffre della perdita di un arto o di disabilità neurologica.
- Più di 1 bambino su 3 sopravvissuto all’infezione da Meningococco B presenta altre problematiche cognitive, fisiche e psicologiche.
- Chi sopravvive può avere impatti a lungo termine in termini di educazione e di lavoro.