Il vizio di rompere le balle. (E il sapore di vittoria)

Chi mi conosce lo sa: io non sono una che lascia correre. Ho il vizio di rompere le balle. Non sono polemica, non amo le polemiche sterili. Ma se una cosa mi da fastidio e se credo che non sia giusta faccio di tutto per far valere le mie ragioni. Ordino qualcosa in rete, non è come lo avevo immaginato? Segnalo. Il pacco arriva in ritardo? Segnalo. L’operatore telefonico mi prende per i fondelli? Segnalo. Addirittura se in famiglia hanno qualche lavoro sporco da fare lo fanno fare a me, perché sanno che fosse anche solo per sfinimento, alla fine ottengo ciò che voglio.

Sento poi d’altra parte gente invece che si lamenta tutto il giorno, ma non fa nulla per cambiare le cose. E davvero faccio fatica a capirne il senso. Pigrizia? Convinzione che tanto non cambierà nulla? Spirito (assurdo) di adattamento?

Voglio raccontarvi una cosa, piccola, forse banale. Ma che ha il sapore della vittoria.

Qualche settimana fa vi ho raccontato che sono stata a fare la curva glicemica a Borgomanero e che mi ero andata a lamentare dal direttore sanitario perché non esiste alcuna priorità per le donne incinta. Ora, come ho già spiegato in un altro post, sulla precedenza, non è che io muoia se debba aspettare 10 minuti in coda in cassa al supermercato. Lo faccio nel 90% dei posti in cui vado. Però quando la precedenza c’è, ne approfitto e la pretendo.

Nel caso dell’ospedale poi mi sembra davvero assurdo che possano passare avanti i bambini fino agli otto anni, ma la mia bambina, perché ancora in pancia non abbia lo stesso diritto. Solo perché ancora non è nata? E per questo motivo io devo attendere a stomaco vuoto il mio turno, senza dire che non sono d’accordo?

Assolutamente no.

E infatti come vi ho raccontato nell’altro post, quel giorno, dopo la curva sono andata dal direttore sanitario a esprimere un semplice concetto: Io sono sveglia dalle 6, sono arrivata alle 8, ho aspettato mezz’ora il mio turno e ora all’alba delle 11 posso finalmente andare a casa. Il tutto a stomaco vuoto. Le pare normale?

Un pensiero semplice ma chiaro.

Nel mio ospedale mi sembra inizino a dare i numeri (non ironico anche se…) alle 715. Alle 730 aprono gli sportelli. Quindi per essere tra i primi devi arrivare prima delle 715. Ora dico, anche no. Tanto comunque gli anziani sarebbero lì da un secondo prima di me. E ok arrivo alle 8 e poi al massimo in mezzora tocca a me, ma perché devo aspettare in un posto in cui, di prassi, come in molte altre strutture dovrei avere la precedenza, dato che chi spesso fa gli esami del sangue è anche portatore di qualche virus?

Dopo che il direttore sanitario mi aveva confessato, ancora non so se mentendo o se in tutta onestà, di non essere al corrente della situazione, me ne ero andata, sapendo in cuor mio di aver fatto la cosa giusta. Forse non sarebbe cambiato nulla, ma io ci avevo almeno provato.

Perché lamentarmi a vuoto, senza far seguire un’azione non è da me. Non lo concepisco proprio. Questa mattina un messaggio mi fa sorridere:

volevo informarti che grazie alla tua segnalazione, da oggi 16/07/2015 le donne in gravidanza hanno la precedenza.

borgomanero

Che sia merito del blog o della chiacchierata con il direttore sanitario (donna), o se sia stato un caso, poco importa. Fatto sta che ho fatto qualcosa che ha portato un cambiamento. Seppur piccolo. Magari solo per una stretta nicchia di persone. Ma sono fiera di averlo fatto e sono soddisfatta di me.

A chi mi sta scrivendo in queste ore: brava tu qui non ascoltano o ospedale intelligente il tuo qui fanno orecchie da mercante, vorrei chiedere: Ma voi ci avete almeno provato? Se la risposta è sì, probabilmente è più complicato e dovreste/potreste riprovare. Se invece la risposta è no vorrei dirvi: provate. Non costa nulla. Non serve alzare la voce. Basta chiedere. Magari vi ascolteranno. Magari no. Ma finchè non provate (e vi lamentate e basta) non cambierà mai nulla.

Provare per credere!

Sere-mamma-dal-primo-sguardo, che oramai ha solo più un emocromo da fare e sfrutterà poco questa precedenza, ma che si aspetta un pensiero (positivo) dalle concittadine che usufruiranno del regalo! 😀

6 commenti su “Il vizio di rompere le balle. (E il sapore di vittoria)

  1. Bravissima! Io sono rimasta sconcertata quando ho letto su Facebook il tuo post: nell’ospedale dove vado di solito a fare gli esami (comune con meno di 20.000 abitanti in provincia di Milano) i bambini e le future mamme hanno sempre avuto la precedenza, pensavo fosse la normalità… e invece scopro che è il contrario!

    1. si Deborah in effetti sei fortunata tu ad avere una struttura così “all’avanguardia” vicino casa…:-0 da me solo i bambini. Nati però. Gli altri non contano. Anzi non contavano, perché ora finalmente hanno la precedenza! .-D

  2. Bravissima! Sai che nel 2015 avevo fatto anch’io la stessa cosa? Dopo 45 minuti di attesa per delle analisi del sangue (ad Arona) ed una pancia all’ottavo mese di gravidanza, mi ero lamentata presso lo sportello ma ovviamente la tizia di turno ha sbuffato ed ha fatto finta di niente. Il mese successivo sono tornata (anche se per l’ultima volta, dato che poi ad agosto 2015 ho partorito) ed ho trovato il famoso cartello che hai fotografato tu, ed ho pensato: “miracolo”! Ora so chi devo ringraziare! Brava Serena!

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