Quando guardo le mie bambine vedo delle bambine serene. Non solo perché hanno tante possibilità e perché ancora non sanno cosa sia la fatica e il sacrificio, ma soprattutto perché hanno la consapevolezza di essere amate.
Da me certo, che però ricopro quel ruolo scomodo della mamma noiosa che ripete allo sfinimento sempre le stesse cose, e che diciamo la verità, quello dell’essere “scontata“, perché nella maggioranza dei casi le madri amano a prescindere, ma dal loro papà soprattutto. E questo no, non è scontato.
Perché tanti papà amano i propri figli, ma spesso a modo loro e non è detto che quel modo sia il migliore.
Non serve essere super eroi.
Non serve dire sempre di sì, né esserci sempre.
Non serve ricoprire i bambini di regali.
Basta essere presenti quando si è presenti. E nemmeno questo, è scontato.
Conosco tanti papà che sono presenti nel senso fisico, ma poi sono altrove, catturati da pensieri, mail, telefonate.
Mio padre per esempio è sempre stato un uomo molto impegnato e poco presente, oltre alla sua condizione di divorziato, che me lo faceva già vedere meno a prescindere. Da sempre lavora tanto e anche quando non lavora ha spesso la testa altrove, perché non stacca mai davvero o perché ha diritto forse anche lui a pensare ad altro, o semplicemente forse, perché lui è così, lui ama a modo suo o come gli hanno insegnato ad amare.
Mio padre è come io mi ricordo fosse mio nonno: un gran lavoratore, un uomo brillante, un uomo molto intelligente, ma di poche smancerie. E lo dico con cognizione di causa perché probabilmente, se io fossi stata uomo, sarei stata uguale.
Poi invece ci sono i papà come Giacomo, che sì, sono spesso via, sì hanno i loro spazi e i loro momenti di “assenza/presenza” (anche lui si perde spesso dietro alle cazzate del web, eh? Su questo non è diverso dagli altri).
Ma quando si dedica alle bambine, lo fa totalmente. Quando gioca lo fa davvero. Quando abbraccia lo fa con il cuore. E non lo fa “perché spesso lontano”, lo faceva anche quando eravamo tutti insieme, ma semplicemente perché lui è così.
Lui ha un bel modo di amare le sue figlie. Lui ama come tutte le figlie dovrebbero essere amate.
E le bambine lo sentono. Tanto che quando è lui a sgridarle per qualche marachella (e in quel momento io faccio la ola perché baratto momentaneamente il ruolo della stronza con quello di “mamminaaaaaaaa”), loro ci restano davvero male. A differenza di quando le sgrido io che ormai, è prassi.
E quando non c’è, ne sentono la mancanza. Il fatto che Ludovica mi dica spesso che vorrebbe andare dal papà, che mi lascerebbe per andare a vivere con lui a Firenze, tutto sommato è una bella cosa. Cioè certo, la guardo con occhi velati e cuore trafitto, perché cavolo, la cellulite, le rughe, le notti insonni e poi tu te ne vuoi andare bella bella con tuo padre, sticazzi, ma dettagli.
Quello che mi fa sorridere, ma sorridere di cuore, è sapere che se io non ci fossi, lei starebbe comunque bene. Così come starebbe bene Lavinia. Perché entrambe starebbero bene con il loro papà, che se anche non c’è sempre, ha saputo nel tempo rendersi indispensabile. Al punto che quando manca, manca.
La generazione dei padri dei nostri figli è composta da uomini che sanno esserci. Questo non vuol dire che la generazione precedente non fosse in grado, ho amiche che hanno padri straordinari che guardano le loro “bambine” con gli occhi dell’amore e che per anni ho invidiato. (Non a caso per me le storie più critiche quando guardo “C’è Posta per Te” sono quelle che parlano del rapporto padre/figlia, ma io sono un caso patologico :-D).
Ma erano un cameo, un’apparizione, una rosa nel deserto. Era più facile trovare padri lavoratori H24, che si dedicavano ai figli la domenica, con la radio sintonizzata sulle partite di calcio, mentre rientravano dalla gratina domenicale imposta dalle mogli.
Invece adesso i papà sono attivi, partecipi, propositivi. Cambiano pannolini, vogliono esserci all’uscita di scuola. Giocano, ridono, piangono, sostengono, amano.
Poi certo, noi li massacriamo perché ci mettono due ore a fare quello che noi facciamo in trenta secondi, o perché dobbiamo ricordargli tutto noi o anche solo dirgli che una cosa scontata va fatta perché altrimenti nessuno la fa. D’altronde veniamo da pianeti diversi e questo non si discute. Come non si discute il fatto che noi abbiamo una marcia in più e che siamo multitasking 😛
Ma come padri, non si può dire loro nulla.
Purtroppo non tutti, lo so. Ma quando hai la fortuna di averne uno in casa e di sapere che le tue figlie avranno per sempre una figura importante nella loro vita, che permetterà loro di crescere sicure, forti e serene, grazie all’amore dichiarato e dimostrato che hanno ricevuto, beh, è davvero bellissimo.
Sere-mammadalprimosguardo
Anche le mie figlie hanno questa fortuna… quindi viva Giacomo e Leo❤️
Ci abbiamo visto lungo amica mia❤️
Anche i miei figli hanno questa fortuna..nonostante mio marito parta la mattina presto e torni all’ora di cena e quasi sempre anche il week un po’ deve lavorare..ma quando c’è..c’e’ con Il cuore e loro lo sentono e io ne sono felicissima☺️
una bella e grande fortuna!