Figlia mia, continua a stordirmi.

Chi ha in casa una bambina di quattro anni mi capirà quando dico che arrivo a fine giornata che spesso ho la mal di testa, stordita come sono dalle chiacchiere di mia figlia.

Lavinia inizia a parlare appena sveglia e smette solo a notte inoltrata. Nemmeno quando dorme tace, perché spesso chiacchiera anche nel sonno.

Quando però sento notizie come quella di ieri posso solo che ringraziare Dio per avermi dato una figlia così rumorosa, che mi sfianca ma che si fa ricordare.

Razionalmente siamo tutte brave e concordi nel dire che è impossibile dimenticarsi il proprio figlio in macchina. Eppure in questi anni tanti sono i casi di bambini dimenticati sui seggiolini in auto sotto il sole cocente della stagione.

La stessa strada fatta tutti i giorni, lo stesso percorso. Portiamo i bambini a scuola, poi a lavorare. La macchina potrebbe fare quel giro in completa autonomia. Ma siamo noi al volante e noi siamo la maggiore sicurezza per i nostri figli. Chi meglio di una mamma sa badare a loro.

Succede però che un giorno il cervello fa click. Vuoto. Nebbia. Non lo so. Ma ci dimentichiamo per un attimo di nostro figlio e quell’attimo può essere fatale.

Amnesia dissociativa, la chiamano.

Ieri una bambina di 18 mesi, l’ennesima, è morta. Il suo corpo non ha retto allo stress e al caldo patito per colpa di un click. La sua mamma, colei che la doveva proteggere, ha accompagnato la sua sorellina al centro estivo, la sua sorellina chiacchierona, e poi è andata a lavorare dimenticandosi di lei che forse dormiva e non si è fatta sentire.

Come tutte le volte che io chiedo a Lavinia di fare un po’ di silenzio perché mi scoppia la testa. E lei non ubbidisce, ma a volte sì. 

Non ci sono parole. Un’immane tragedia. Per quella povera bambina che spero non se ne sia accorta, ma anche per la sua mamma, che a detta di chi la conosceva era una mamma premurosa eppure ha fatto click e ha perso per sempre la sua bambina.

Non siamo nessuno per giudicare, nessuno di noi può capire cosa sia successo. Certamente potrebbe capitare a chiunque. Anche a chi, come me, razionalmente dice di no.

Basta un click.

Negli anni ho imparato a essere più morbida, a concedere il beneficio del dubbio. Una volta avrei asserito con veemenza che certe cose a me non sarebbero potute capitare. Una volta avrei giudicato. Forse mi sarei arrabbiata, avrei sindacato sui fatti. Ora non lo posso fare.

Perché so cosa vuol dire avere sonno, urlare dal nervoso, arrabbiarsi un po’ troppo per l’ennesimo risveglio notturno. So cosa vuol dire essere stressati. Non sono una madre perfetta, purtroppo le mie figlie lo sanno bene. E lo so anche io. Per questo non posso giudicare un’altra mamma che magari era più perfetta di me, meno nevrotica e più attenta eppure ha fallito lo stesso.

Nel peggiore dei modi.

Che fare? Gli esperti consigliano di mettere la borsa, il cellulare, le chiavi di casa, qualsiasi cosa che possa attirare la nostra attenzione sul sedile posteriore accanto ai bambini. In questo modo quando si tratterà di scendere inevitabilmente ci ricorderemo della borsa e dei bambini.

Lo so che detta così è assurdo. Cioè ci si ricorda di una borsa e non di un figlio? Ecco io non lo so, ma nel dubbio perché non farlo? Magari mi dimenticherò anche della borsa ma forse quindici minuti dopo potrei cercare qualcosa che mi serve e ricordarmi di averla lasciata in macchina. Forse mi sveglierò dal click.

mammadalprimosguardo

In alternativa stanno mettendo in commercio dispositivi da posizionare sui seggiolini dei bambini che rilevano la presenza del bambino e avvisano in caso di spegnimento del motore (con bambino a bordo) o se il bambino slaccia la cintura durante la marcia. Non sono ancora (e sottolineo ancora) obbligatori, questo quindi non mette in sicurezza tutti i bambini come invece dovrebbe essere, perché molti genitori si sentiranno immuni, al di sopra del problema, ma io mi voglio informare.

Nel frattempo spero che mia figlia continui a sfinirmi di parole. E che la piccola impari presto a farlo.

mammadalprimosguardo

Sere-mammadalprimosguardo 

7 commenti su “Figlia mia, continua a stordirmi.

  1. veramente una storia triste . oramai sono anni che parlano di questi dispositivi e ancora oggi nessuna azienda di seggiolini auto ha pensato di inerirli già all’interno!!! sarebbe un vero passo avanti!!!

  2. Sono d’accordo con te. Non possiamo giudicare anche perché chissà quella povera mamma cosa starà provando. Questo è il mio incubo peggiore. Ho sempre pensato di essere una mamma attenta ma da quando è nata Caterina, arranco. E sono così stanca che ti dico ho anche paura ad addormentarmi menteo guido. Quindi veramente capisco la mamma e le sono vicina con tutto il mio cuore. Il mio cuore di una mamma stanca.

  3. Grazie Serena per questo post. Sono ottimi consigli. E no, hai ragione, non si può giudicare. Anche io sono vicina a quella mamma stanca perché da mamma capisco la stanchezza e ora la tragedia.

  4. È allucinante pensare che potrebbe capitare a chiunque… La scorsa estate Samu aveva due anni e si è infilato in macchina di nascosto. Io ero in casa ad allattare la piccola e non mi son accorta di nulla. Mio marito ha cominciato a cercarlo e chiamarlo ma lui, ovviamente, non ha risposto…. Pensiamo sia rimasto in macchina non più di un quarto d’ora perché poi mio marito l’ha visto e non vi dico in che stato era…. Gli abbiam subito fatto un bagno fresco x abbassare la temperatura. Uno spavento assurdo… Ed è capitato nel giardino di casa nostra, con noi presenti.
    Penso solo alla paura che abbiamo avuto… Quella povera mamma deve passare un inferno. È ora che questi dispositivi siano resi obbligatori perché il famoso click può capitare a tutti…

  5. Si, e a volte neppure bastano…
    E pure io son stra contenta di avere tre figli che parlano in continuo. Alla fine di un viaggio, lungo o breve che sia, ho le orecchie che sanguinano ma spero che si facciano sentire sempre e che il mio continuo “state due minuti zitti” continui a restare ignorato…

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