Sono mesi che vado ripetendo a Lavinia che il ciuccio è brutto. Io, che quasi mi mangio quella del nido dell’ospedale che mi voleva impedire di darglielo, io che a tre giorni di vita gliel’ho dato, io che ne ho comprati e collezionati di ogni forma e colore, dico che il ciuccio è brutto.
Siamo al giorno x. Avete presente quando stremati dai pianti dei vostri neonati riuscite finalmente a farglielo prendere? O quando incuranti di chi vi dice di non darglielo, voi fate di testa vostra? O quando guardate con compassione quelle amiche disperate che non riescono a dare il ciuccio al loro bambino, mentre voi non avete dovuto far altro che proglierglielo?
Probabilmente, in quel preciso momento stavate pensando: un giorno mi pentirò di tanta soddisfazione. Ecco quel giorno è arrivato. Tolto il pannolino, passata la fase inserimento materna non ci sono più scuse: Lavinia ha tre anni e bisogna togliere il ciuccio.
Ovviamente nonostante io abbia ripetuto per mesi che il ciuccio era brutto, che lei era brutta con il ciuccio in bocca, che le cadevano i denti se non lo mollava, che le si stortavano i denti che non cadevano e che poi c’era da andare dal dentista, Lavinia non è mai minimamente stata interessata a lasciarlo.
Anzi, se da piccola lo prendeva solo per dormire, ultimamente lo voleva sempre e ovunque (è capitato me lo chiedesse anche sotto la doccia…). Ogni volta che voleva rilassarsi, letto, passeggino, divano, a piedi in giro, doccia che sia, chiedeva il ciuccio.
Ho provato anche a inventare la storia del topolino che ha i topini piccoli che piangono.
A dirle che le paperelle del fiume di fronte a casa aspettavano i suoi ciucci e piangevano.
Niente. Cuore di pietra.
E io in cuor mio sapevo che stavo perdendo tempo. Ancora una volta sarebbe stata lei a decidere quando e come lasciarlo.
Prima di partire per Parigi abbiamo addirittura giocato la carta Topolino: avremmo potuto incontrare il vero Topolino a Disneyland, solo se gli avessimo regalato il ciuccio; perché i bambini grandi non hanno il ciuccio e da Topolino vanno solo i bimbi grandi. E poi Topolino ha bisogno dei ciucci per i suoi amici piccolini. Lavinia ha accettato volentieri.
Partiamo, in aereo glielo lascio perché ho sempre paura che le si tappino le orecchio al decollo e ciucciando evitiamo che questo accada (e poi perchè se avete letto il post del viaggio verso Parigi, saprete che mi mancava solo di toglierle il ciuccio quel giorno). Arriviamo a Parigi e parte il mio lavaggio del cervello: Lavinia se Topolino ci vede con il ciuccio non ci fa entrare. Lavinia se Topolino ci vede con il ciuccio non ci fa entrare. Lavinia se Topolino ci vede con il ciuccio non ci fa entrare. Lavinia se Topolino ci vede con il ciuccio non ci fa entrare. Lavinia se Topolino ci vede con il ciuccio non ci fa entrare. Lavinia se Topolino ci vede con il ciuccio non ci fa entrare….
Tre giorni d’inferno. Poi arriva martedì, entriamo a Disneyland, andiamo diretti da Topolino perché lei non può più aspettare e Lavinia gli regala il ciuccio come se niente fosse. Io faccio la foto di rito, immaginando di mostrargliela ogni qual volta avrà una crisi e lo richiederà, e ce ne andiamo. Non siamo nemmeno ancora usciti dalla casa di Topoino, non sono passati nemmeno due minuti che Lavinia chiede insistente il ciuccio.
Le dico che il ciuccio l’ha regalato a Topolino. Mi risponde che sa che ne ho uno di scorta in borsa.
A posto così.
Torniamo in Italia con il ciuccio. In aereo evitiamo anche stavolta il mal di orecchie. Io sono sempre più afflitta. Non riuscirò mai.
Domenica usciamo a pranzo con il nonno. Tutti le dicono che deve lasciare il ciuccio, che è grande. Lei niente, ogni 15 minuti lo cerca. Lo prende, ci gioca, lo controlla, non lo molla.
La stessa sera viene da me e mi dice: mamma mi fai il pacchettino che passa il topolino a prendere il ciuccio? Io non le do retta.
Tre minuti dopo di nuovo: mamma mi fai il pacchettino che passa il topolino a prendere il ciuccio? Io non le do ancora retta.
Insiste: mamma mi fai il pacchettino che passa il topolino a prendere il ciuccio? A quel punto mi alzo e le preparo il pacchettino, sapendo che sarà la follia di un minuto e che prima di andare a nanna urlerà.
Reduce dall’esperienza parigina mi faccio furba e invece di mettere un solo ciuccio, ci metto dentro anche quello della nonna. In modo che stavolta non pensi che io abbia la scorta.
Lei prende il pacchettino, lo mette fuori dalla porta e viene a letto. Tranquilla. Come fa sempre, mentre guarda i cartoni, mi tiene la mano, si stiracchia e le parte un: mamma ciuccio. Ma non finisce la frase, mi guarda e aggiunge: no il ciuccio no, l’ho regalato al topolino. Il topolino lo porterà a Babbo Natale e Babbo Natale per premio mi porterà tanti regali.
Un po’ di resistenza prima di dormire, ma poi crolla. E non si sveglia tutta notte.
Io incredula. Sembra tutto troppo facile. Va bene che sono loro che decidono i tempi, ma così mi pare eccessivo.
La mattina seguente ci alziamo, apriamo la porta e troviamo il pacchettino. Lavinia crede che il topolino non sia passato. Invece il topolino quella notte ha preso i ciucci e ha lasciato in cambio due caramelle. Lavinia felice, porta il pacchettino a casa della nonna per mostrarglielo e in seguito anche a scuola, dove racconta: il topolino è passato e mi ha portato un regalo mettendo in moto la procedura Babbo Natale.
Ripeto: sembra tutto troppo facile.
Alle 1730 arrivo a casa. La prima cosa che mi dice è: mamma ciuccio. Lo sapevo. Ma oramai siamo in ballo e balliamo. Frigna. Scopro che all’asilo ha litigato con la sua amica del cuore, anzi l’ha proprio “menata”. Deve essere un filo nervosa, penso. Alla fine anche chi smette di fumare è nervoso perché non dovrebbe esserlo lei?
Amore sai che ti avevo detto che il topolino portava i ciucci a Babbo Natale e che Babbo Natale per premio mi mandava la letterina da compilare per i tuoi regali? Eccola qui babbo natale me l’ha già spedita è stato velocissimo.
Sorriso tutto denti.
Dopo 20 minuti:
Ciuccio.
No amore il ciuccio l’ha preso il topolino.
No io non voglio i regali di babbo natale rivoglio il ciuccio.
A posto.
La distraggo, le regalo un’altra caramella, qualche gioco, la video chiamata a papà.
Capricci epici a cena.
La minaccio di strappare la lettera di Babbo natale. Si calma.
Capricci epici dopo cena.
Le chiedo se le va di andare a letto a guardare i cartoni e a scrivere la letterina.
Grande Sere. Ottima idea.
La smette. Mi fa una lista di duecento giochi inutili e brutti ma almeno si distrae. A ogni pubblicità mi fa aggiungere qualcosa che vede. Va bene così l’importante è arrivare alla nanna.
Fa di nuovo fatica ad addormentarsi, ma poi finalmente crolla.
E sono solo passate 24 ore senza ciuccio.
L’indomani apre gli occhi e mi dice: ciuccio.
Basta Lavinia sei stata brava sono due notti che dormi senza, il ciuccio non c’è più.
Crisi di 25 minuti da lacrimoni e assenza di respiro.
Io conto lentamente fino al dieci, indecisa se chiudere lei in camera al buio in castigo o se chiudermi io in bagno sotto la doccia per non sentirla. Va bene tutto ma i capricci alle 730 del mattino anche no. Anche perché io ho smesso di fumare, ma non ho fatto tutto sto casino. ;-P
Alla fine si calma e andiamo all’asilo.
Da quella mattina siamo finalmente libere dal ciuccio. Ma ho passato 48 ore di inferno.
Ps: dopo 37 mesi il giorno il giorno 19 Ottobre 2014 abbiamo definitivamente abbandonato il ciuccio. Lavinia è nata il 19, ha iniziato a camminare il 19, ha tolto il pannolino il 19. Che il 19 ci porti bene? 🙂
Sere-mamma-dal-primo-sguardo provata ma tanto orgogliosa. Addio Ciuccio!
Probabilmente il 19 per Lavinia è un giorno di inizio 😉
Molto carino il tuo racconto, io ho due figlie a cui avrei attaccato il ciuccio in bocca con lo spago 😛 ma non ne hanno mai voluto sapere… c’è chi lotta prima e chi dopo, alla fine come sempre siamo sempre tutte sulla stessa barca.
Elisa
http://www.ninakina.com
certo, e come fai…sbagli! 😀 meno male che sappiamo riderci sopra, bacione
Ah come ti capisco… Con Francesco bastò un raffreddore a 2 anni nn respirava bene e approfittai spiegandogli che era il momento giusto ma l’anziano si sa è quello facile..poi è arrivato Alessio che di ciucci ne aveva 4 per dormire sparsi qua e là perché a ogni risveglio doveva beccarne uno con la mano e lì è stata durissima con l’aggravante che i denti avevano già iniziato a storcersi e lui proprio nn ci voleva rinunciare poi appunto come Lavinia è venuto un giorno a caso in cui li ha mollati… Perché noi ci sforziamo di credere che ci sia una regola e un metodo e loro si divertono a sfatare questa romantica teoria!
Perché loro pur piccini che siano….hanno la loro personalità! E decidono loro…:-) ciao ‘ellina!❤️
articolo divertente e veritiero! 🙂 il mio piccolo era un affezionato del suo ciuccio personalizzato che tralaltro adesso fanno anche con disegnini e scritte carine sul tappino. abbiamo semplicemente cercato attivitá alternative per tuttequelle volte che lo cercava. é stata una dura battaglia ma l’abbiamo vinta!
E pensa che con la seconda nessuna fatica!;-) non ho nemmeno potuto scrivere il post simpatico