Ci siamo, agosto è praticamente arrivato e soprattutto, per chi non ha avuto la fortuna di andarci prima, le star meritate vacanze.
Perché tra un tuffo e l’altro, tempo per distrarsi non ce n’è davvero più.
Perché per quanto i bambini sappiano nuotare, non vanno mai lasciati soli, né persi di vista.
Ecco cosa dice Francesco Silenzi, specialista in medicina dell’emergenza al Meyer di Firenze.
Quando i bambini sono in acqua i genitori devono controllarli senza perdere mai il contatto visivo. Quindi meglio evitare di immergersi nei messaggi mandati con il telefonino o dedicarsi ad attività distraenti. Questa è la prima regola, da tenere sempre presente. Non esiste una fascia di età più sicura, anche se, sicuramente i piccoli tra i sei e gli otto anni sono i più a rischio.
Sono tante le regole da seguire per evitare incidenti, che possono anche avere esito drammatico. “Se si ha una piscina – spiega il medico – va isolata completamente in modo che il bambino non possa accedervi quando i genitori non sono presenti. E lo stessa regola vale se si frequentano piscine di amici e conoscenti.
È altrettanto importante che i genitori conoscano le regole basilari per la rianimazione cardio-polmonare e che abbiano seguito un corso per il salvataggio in acqua. E quando ci si trova in mare aperto è buona norma indossare, e far indossare, un giubbotto salvagente. Mentre quando ci si trova più vicino alla riva, occorre ricordare che le ciambelle e i braccioli non esimono dal controllo, anzi.
E per i bambini che sanno già nuotare? Perché per esempio Lavinia nuota oramai sicura senza braccioli e non ha paura delle onde né della profondità.
Un indubbio vantaggio – continua Silenzi – è insegnare ai bambini a nuotare, anche molto presto. Dai quattro anni in su tutte le principali associazioni scientifiche pediatriche del mondo sostengono che questa competenza riduce la possibilità di un annegamento. Ovviamente questo non significa che, se un bambino sa nuotare, debba venire meno il controllo. Attenzione anche ai fiumi che sono tra i luoghi più pericolosi per via delle correnti e delle insidie nascoste.
Un capitolo a parte riguarda i tuffi: è bene che i genitori verifichino sempre la profondità dell’acqua, in modo da decidere i comportamenti da permettere e quelli da evitare. I genitori, vale la pena ricordarlo, devono sempre dare il buon esempio. Sono loro i primi che devono evitare i comportamenti pericolosi.
Infine ricordiamoci tutti che l’acqua può sempre rivelarsi un luogo pericoloso, anche i dieci centimetri della vasca da bagno per un bambino molto piccolo, possono essere letali e non basta farli controllare dai fratelli maggiori perché i tempi di comprensione di un eventuale problema non sono realistici nei bambini: quando si accorgono che qualcosa non va, potrebbe essere troppo tardi.
Purtroppo in estate si sentono spesso casi di bimbi annegati cercando di recuperare un pallone o di aiutare un amichetto. Facciamo in modo che questo non accada più. Prestiamo attenzione.
Sere-mammadalprimosguardo