Amazon Goes Gold: una grande iniziativa per aiutare i bambini malati di tumore

Ci sono storie che vanno raccontate con calma, con attenzione, con amore. Ci sono emozioni che vanno vissute, digerite, condivise. Ci sono progetti che sono speciali, più speciali di altri.

Qualche settimana fa ho avuto la possibilità di andare a Firenze a portare alcuni regali ai bambini ospedalizzati del Meyer. Ho potuto ascoltare dalla bocca di chi lavora per la fondazione Meyer, come uno degli ospedali pediatrici più importanti d’Italia, riesca ad essere l’eccellenza che è, nonostante sia un ospedale pubblico. Ho potuto visitare alcuni reparti dell’ospedale e con il cuore trafitto da mille spilli, guardare negli occhi i genitori di quei bambini.

E tutto questo ho potuto farlo grazie ad Amazon e al suo incredibile progetto Amazon Goes Gold, un’iniziativa partita qualche anno fa, che prevede una grossa donazione a livello mondiale da parte di Amazon verso le strutture che si occupano di curare i bambini malati di tumore.

In Italia 100000 bambini ogni anno si ammalano di tumore che resta la principale causa di morte tra i più piccoli.

La ricerca si sa, necessita sempre di aiuti, che possono arrivare da chiunque. Da un singolo, da una famiglia, da una comunità e perché no da un’azienda che ha un grosso fatturato e che può permettersi di donare 4 milioni di dollari alla ricerca.

In Italia i soldi devoluti con questo progetto a 11 strutture tra ospedali e associazioni sparse sul territorio sono stati 100.000 euro, più 45 mila legati ad una sfida interna tra i due principali magazzini di Piacenza e Passo Corese.

Lo stabilimento che nella giornata del 19 settembre ha visto più visitatori e lavoratori presentarsi in pigiama ha potuto ricevere questa somma da devolvere o all’Ageop o al bambino Gesù di Roma.

Inoltre, Amazon ha permesso ad alcune blogger come me di stilare, con l’aiuto delle proprie amiche della rete, una lista di regali da portare poi ai bambini in ospedale.

Esattamente come quello che ho fatto io, andando a Firenze la scorsa settimana.

Amazon goes gold meyer firenze

È vero, per fare beneficienza non serve Amazon. Per donare del tempo a chi ne ha bisogno non servono regali. Non serve nemmeno andare sul posto, tante volte.

E infatti io, comodamente dal divano di casa mia, ho raccontato storie, fatto bonifici, condiviso richieste di aiuto. Come è giusto che sia.

Ma è stato durante questa visita a Firenze che veramente mi sono sentita coinvolta come poche altre volte nella mia vita.

Mi ritengo una persona empatica e spesso vivo emozioni che fanno male, ma che poi mi rimettono in pace con il mondo.

Come questa volta.

Mi è bastato ascoltare la storia di un ospedale che ha nel suo DNA ha la donazione, essendo nato grazie ad un importante donazione del signor Giovanni Meyer.

Mi è bastato osservare la ludoteca come alcuni professionisti si occupavano dei bambini presenti in quel momento. Professionisti appunto, non volontari, ma persone scelte e formate per aiutare i bambini, accanto ai medici. 

Mi è bastato ritrovarmi su un muro il disegno di un bambino, Mattia, che ringraziava i medici e gli infermieri di quel reparto, per essersi presi cura del suo fratellino Niccolò. 

Una stretta al cuore. Un pugno nello stomaco. Che dal divano di casa mia avrei potuto immaginare, ma che grazie all’iniziativa Amazon Goes Gold ho vissuto sulla mia pelle.

Ed è proprio grazie a iniziative come queste che un ospedale di eccellenza come il Meyer può continuare a essere l’eccellenza che è e io punto di riferimento non solo per i bambini di Firenze, non solo per quelli toscani, non solo per quelli italiani ma per i bambini di tutto il mondo.

Il Meyer è un ospedale pubblico, con 250 posti letto e 50 per il day hospital, che vive grazie alle donazioni che gli consentono di avere macchinari all’avanguardia, per mantenere tempi ridotti, attrezzature adeguate, personale qualificato, e un ambiente bello, per quanto bello possa essere un ospedale.

Tutto però è stato predisposto per regalare ai bambini l’idea di non essere in un posto che fa paura come l’ospedale, ma in un posto di villeggiatura, con tanti giochi, tanta luce, tanti colori.

In un posto dove, se un bambino deve fare una risonanza, può farla per esempio prima al suo amico coccodrillo, combattendo così eventuali spauracchi.

Un posto in cui i bambini non sono trattati da pazienti perché i bambini non sono pazienti, sono bambini.

Un posto in cui in ogni camera è predisposto il letto per uno dei due genitori ma che grazie alle donazioni spesso si riesce a trovare una sistemazione anche all’altro.

E per mantenere un posto così, le donazioni sono fondamentali.

Quelle di tutti, anche quelle di Amazon.

Sere-Mammadalprimosguardo 

2 commenti su “Amazon Goes Gold: una grande iniziativa per aiutare i bambini malati di tumore

  1. È vero… Una bella struttura e per alcuni anche seconda casa… Noi da due anni, da quando hanno scoperto malattia di Anthony abbiamo conosciuto Meyer… Ti saluto… KATERINA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.