Sapete che ho un’amica speciale che oltre ad essere mamma, amica e compagna di una spettacolare vacanza a Formentera sette anni or sono, è anche una blogger. Una vera però, lei. Lei è Chiara Maci.
L’ultima volta che ci siamo viste è stato in occasione della nascita della Ludo. Mentre Bianca e Lavinia giocavano “tranquille” (leggi: disfavano casa), e mentre la Ludo ciucciava o prendeva le coccole di papà, io e Chiara abbiamo chiacchierato un po’.
Prima due spetteguless in onore del nostro ruolo di ragazze, poi abbiamo ricordato i bei tempi, qualche scambio mammesco sui vari progressi delle bambine e infine di lavoro. Il suo.
Il 14 Dicembre è partito il suo nuovo programma su Sky #vitadafoodblogger e Chiara ovviamente è per me la dimostrazione che ce la si può fare. Un agglomerato di bravura e culo. Perché Chiara è brava. Già in spiaggia si poteva notare che aveva l’x factor e che era destinata a qualcosa di più del suo ruolo marketing in Sky. Ma sicuramente ha avuto anche la fortuna di incontrare le persone giuste al momento giusto.
È la più famosa food blogger d’Italia e anche l’unica, onestamente, che mi venga in mente. Ovvio quindi che le abbia chiesto due o tre consigli, perché invece di blog mammeschi ce ne sono tanti e non è facile differenziarsi. Di aspiranti blogger ne è pieno il web, chi più, chi meno convinta, chi lo fa per passione, chi per lavoro. Tutte abbiamo chiaro cosa ci sia dietro il lavoro delle aziende e delle agenzie, ma ognuna segue la propria strategia.
“Non basta avere un dominio e un pc: occorre avere qualcosa da dire e saperlo dire.”
Ecco la prima cosa che Chiara mi ha detto. Capisco bene cosa intende, sono assolutamente d’accordo con lei, scopiazzare di qua e di là leggendo altri blog non farà vincere il premio blog dell’anno. E tenere vicino un vocabolario e consultarlo tranquillamente senza sensi in colpa, dovrebbe essere la normalità quando si hanno dei dubbi.
Chiara mi ha poi raccontato che le aziende spesso le fanno omaggi, lei non chiede, ma succede. È uno scambio di pubblicità. Un’azienda fornisce un prodotto e lei magari si fa una foto in cambio. Succede a tutte, dalla più piccola delle blogger alla più grande. È normale ed è sempre stato così.
“Certo è che non si vive di omaggi, aggiunge, e le aziende vogliono un ritorno. Per cui se chiedi di essere pagato devi avere un piano di comunicazione a supporto di un prodotto. Sembra facile, ma quando hai degli obiettivi da raggiungere o fai il lavoro o non ti pagano. Se oggi raccolgo i frutti è perché i primi tre anni di blog non ho visto la luce del sole, dai 25 ai 28 anni pubblicavo circa 2 volte al giorno e di notte cucinavo.”
Mentre ascoltavo Chiara pensavo alle aspiranti blogger che conosco io, a quelle come me, improvvisate, e a quelle che si sentono arrivate nonostante non siano nemmeno lontanamente vicine alla meta, o a quelle che vorrebbero provarci, ma non hanno nemmeno ancora iniziato…
Addirittura a volte mi è capitato che mi chiedessero come fare per aprire un blog perché volevano guadagnare qualcosa. Io onestamente quando tre anni fa ho scritto il mio primo post non sapevo nemmeno che si potesse guadagnare scrivendo. Tanto che la prima piattaforma usata non prevedeva nemmeno la possibilità di inserire banner pubblicitari. Poi a poco a poco ho iniziato a vedere i primi frutti e ad essere contattata dalle aziende. Aziende che spesso scrivono a tappeto email copia e incolla, e magari sì, ti regalano qualcosa, ma non puoi certo pensare di viverci. Non almeno al mio livello di aspirante blogger.
Quello che so è che Chiara per arrivare dove è arrivata ha lavorato sodo. Non ha preteso e ha fatto la gavetta. Poi la buona stella l’ha sicuramente aiutata, ma se ora è dov’è è perché ha talento. E il talento non si compra.
Anyway, chi volesse provare a guadagnare con un blog lo può fare certo. Ma senza grosse aspettative. Perché oramai mezza Italia ha un blog. E pochi arrivano. E soprattutto perché, secondo me, se lo si fa con passione, si possono ottenere soddisfazioni, anche solo dal pubblico che ti legge. Uno dei complimenti che più amo ricevere è proprio quello che riesco arrivare al cuore delle persone. Ne vado fiera ed è per me una grande soddisfazione. Mentre se lo si fa con il mero scopo di guadagnare…il lettore prima o poi lo capirà. E smetterà di leggerti.
Mi è capitato di leggere post scritti da “colleghe” blogger e di commuovermi come se li avessi scritti/vissuti io in prima persona, perché ironici e allo stesso tempo delicati. Altre volte invece ho letto post anche con storie tristi alla base, ma scritti solo perché l’autrice cavalcava l’onda del melodramma (più la storia è triste, più pubblico si raggiunge) e non ho provato assolutamente nulla, segno che forse la storia non era poi raccontata così con il cuore.
In ogni caso sul come aprire un blog vi ho già parlato in questo post un anno fa. Se invece volete provare semplicemente a dire la vostra, anche solo sui social, senza per forza avere un blog, potete provare con Buzzoole. Si tratta di una piattaforma a cui ci si iscrive inserendo alcuni semplici dati. Se l’algoritmo vi sceglie potrete dire la vostra su un determinato argomento e collezionare crediti che una volta convertiti daranno diritto a buoni Amazon.
Meglio che nulla, no?
Bello Sere… mi è piaciuto molto questo articolo, specialmente in questo periodo che ho un po’ di confusione in testa… <3
Grazie Eli. Spero di averti “stimolato” con l’esempio di Chiara
Non ho la pretesa di diventare famosa sia chiaro, né cerco di campare di questo. Ho qualcosa da dire e spero che in qualche modo sia bello da leggere. Sono un po’ confusa sulle modalità in cui lo sto facendo ma ci lavorerò…grazie per i tuoi spunti, sei sempre stimolante in molti modi!
Nessuna pretesa, non saremmo amiche. Magari un sogno, md vivono i piedi per terra sempre. Parlo di me