Si chiude una porta…

…si apre un portone?

Questa sera torno a casa. Dopo un mese trascorso in Toscana, è arrivato il momento di tornare a Borgomanero. Mentre faccio le valigie però mi guardo attorno e mi chiedo: ma è proprio giusto lasciare Firenze e riprendere il solito tran tran quotidiano? È proprio giusto dopo un mese sempre insieme ricominciare a pendolare per riuscire a rubare minuti e ore preziose che ci possano permettere di stare tutti insieme?

mammadalprimosguardo envie de friase
Voi lo sapete a noi piace viaggiare, muoverci, spostarci. Gli spazi che come coppia ci creiamo stando lontani ci fanno anche bene, dopotutto. Ognuno fa quello che deve fare senza che l’altro rinfacci una palestra di troppo o una presenza massiccia sui social network per rispondere a tutti i vari commenti. Ma dopo che stai un mese sempre insieme, è inevitabile pensare a quanto sia stato bello poter vivere la quotidianità di una famiglia normale.

Cosa ci tiene separati in due città diverse? Tante cose, ma in primis il lavoro. Io a tempo indeterminato, Giacomo lavoratore autonomo.

Quando è nata Lavinia avevamo deciso che saremmo rimasti a vivere a Firenze, poi però l’indeterminato, la sicurezza del posto fisso, la crisi, il sogno di regalare a Lavinia una sorellina… Ci avevano indirizzati a questo tipo di vita. Da pendolari. Che abbiamo anche scoperto di amare ma che sappiamo bene che prima o poi avrà una fine.

firenze quinny zapp xtra2

Ora poi che le bimbe sono due, che prendere un treno mette un pochino di ansia in più, e che io sto per terminare il mio periodo di maternità (sto scrivendo questo post in data primo settembre) tutto vacilla.

Tornando poi a tempo pieno in ufficio, dopo il matrimonio, a fine mese, passerò dall’avere sempre attorno qualcuno, al ritrovarmi a bere un caffè dietro l’altro per restare sveglia, ad una scrivania che non sento più mia.

Se vi ricordate l’attuale azienda dove lavoro mi ha “salvata” dall’esubero facendomi firmare un contratto a tempo indeterminato due settimane dopo la nascita di Ludovica. Non erano tenuti a farlo, ma l’hanno fatto. Io non ero tenuta ad accettare, ma l’ho fatto. A mente fredda più per far star tranquilla mia mamma che è ancora di quella generazione in cui l’indeterminato è tutto.

Invece per me non lo è. In primis perché dopo un po’ tutti i lavori che ho fatto mi hanno sempre stufata. Un po’ perché a me piace cambiare e anche se da buona vergine tutti i cambiamenti mi spaventano moltissimo, è anche vero che scalpito.

In più l’attuale ruolo che avevo in azienda non solo non mi piaceva, ma non era nemmeno quello per cui, nove anni fa ero stata assunta. Io ero un’assistente di direzione, una badante, come dicevo scherzando io. Ma il mio ruolo era perfetto per me: pianificavo, organizzavo, gestivo la vita lavorativa e non del capo.

Poi l’azienda aveva avuto problemi, la dirigenza era cambiata, e al rientro dalla mia prima maternità, io mi ero ritrovata al back office commerciale. Per carità, è stato un colpo di fortuna perché senza quel passaggio, anni dopo, sarei rimasta senza lavoro. Ma non era certo quello che sognavo.

E non è quello che voglio fare. 

Quando mi sono laureata in lingue non avevo chiaro cosa volessi fare da grande. Tante idee ma nulla di chiaro. Tanto che sono passata dall’essere un hostess di terra a Malpensa, a una grafica pubblicitaria, passando per una reception di un hotel, fino ad approdare poi per caso nell’azienda in cui sono oggi.

Oggi che però so cosa voglio fare: voglio essere felice. Voglio stare con le mie bambine e voglio potermi godere la mia famiglia.

Hanno già un papà che è lontano 4 giorni la settimana, voglio davvero che otto ore in ufficio mi levino la possibilità di portare Lavinia a danza o Ludovica in piscina? Voglio davvero che sia mia mamma ad occuparsi di loro perché io devo svolgere un lavoro che nemmeno amo? Voglio davvero limitarmi a poter raggiungere papà a Firenze per 36 ore tirate tra una coincidenza e l’altra perché se esco alle 1700 e corro ce la faccio ma poi la domenica devo prendere quello delle 12 perché poi viene tardi e non è sicuro viaggiare?

No. Anzi NO. La mia risposta è NO.

Oggi scelgo di rinunciare alla sicurezza, al mio stipendio, al mio indeterminato. Ma scelgo di poter decidere come e quanto stare con le mie bambine e il mio futuro marito.

famiglia mammadalprimosguardo
Non ci trasferiremo, non ora che Lavinia ha l’ultimo anno di materna da fare e spostarla ora non avrebbe senso. Ma sfrutteremo proprio questo ultimo anno di libertà, senza vincoli scolastici che ha, per ripetere l’anno appena passato. Per stare insieme un po’ di più. E poi decideremo.

Non voglio smettere di lavorare. Non voglio dipendere da Giacomo. Non voglio stare a casa. Ma mi prendo una pausa. Per la mia famiglia. E per cercare qualcosa che mi stimoli e mi piaccia veramente.

Sono una matta? Un’irresponsabile? Una bambina viziata? Io non credo. Sono solo una mamma che ha passato un mese con la sua famiglia e non vuole rinunciare a essere felice.

Non mi sento una fallita, per dover rinunciare al lavoro per la mia famiglia. Anzi mi sento una privilegiata per poterlo fare.

Forse il mio vedere il bicchiere sempre mezzo pieno mi sta facendo prendere una decisione di cui potrei pentirmi. Lo stipendio a fine mese serve a tutti. O almeno a me serve. Ma sono sicura che si chiude una porta ma… si aprirà un portone.

Sere-mammadalprimosguardo 

Oggi avrei dovuto rientrare in ufficio. Tre giorni dopo aver scritto questo post mi sono licenziata. Ora sono una mamma a tempo pieno.

60 commenti su “Si chiude una porta…

  1. ti stimo sempre più..sei una grande mamma..e una super donna..non tutte avrebbero fato questa scelta coraggiosa. che la vita ti riservi tante altre buone occasione..ma la scelta che hai fatto oggi darà i suoi frutti..hai scelto la tua famiglia..e di certo è la scelta più saggia!

  2. Cara Serena, sembra assurdo come quello che scrivi tu, le vostre avventure entrino a far parte della mia vita e riescano a darmi un coraggio in più o un sorriso in più in momenti difficili. Non sto qui a spiegarti perché , perché sarebbe troppo lungo ma grazie. E ti dirò hai fatto la scelta giusta. Complimenti per andar contro corrente ma scegliere sempre con il cuore!

  3. Sere sei una meraviglia !!! Seguirti è un piacere ed una gioia! Faccio il tifo per te e per voi!! Un abbraccio grande da un oca come te!
    Carla_mamma

  4. ciao Sere ho fatto la tua stessa scelta al termine della seconda maternità con le tue stesse paure ed incertezze. L’ho fatto come dici tu non per fare la mamma viziata o la mantenuta ma per cercare di vivere le mie figlie e la mia famiglia fino in fondo e non per lasciarla vivere ad altri.
    In questo anno e 1/2 mi sono e sto cercando di reinventarmi giorno dopo giorno. Certo è faticoso, si lavora tanto e si guadagna poco o meglio meno di quando avevo un lavoro a tempo indeterminato, però sono molto più serena e felice. Non ti nascondo che le preoccupazioni e i pensieri ci sono però sto impegnandomi a vivere alla giornata! In bocca al lupo!

  5. Sono più che d’accordo con questa tua scelta, non mi sembra un capriccio da bambina viziata! I bimbi hanno diritto al tempo dei loro genitori, almeno di uno dei due. Io avevo fatto una scelta simile anche se menò definitiva (4 mesi dì aspettativa senza stipendio con il rischio di non trovare più il mio posto al rientro) per stare con Cate, e non me ne sono per niente pentita, anzi se tornassi indietro ne prenderei qualcuno un più! Buon nuovo inizio!

  6. Ci sarà sempre qualcuno che ti darà dell’irresponsabile ma alla fine quello che conta è aver preso questa decisione per la tua, e vostra felicità.
    Anche io mi sono licenziata da un indeterminato dopo la seconda maternità, ho preso una pausa e sono rientrata al lavoro seguendo altre strade e altre logiche.
    In bocca al lupo per questa nuova vita 🙂

  7. Complimenti per la scelta. E’ più o meno la scelta che ho fatto io, nel senso che dopo 23 anni di lavoro, l’azienda ha chiuso e ora sono in mobilità. Attualmente sto svolgendo un lavoro socialmente utile in comune e pochi mesi fa, ho rinunciato ad un posto di lavoro sicuro full time per stare insieme alla mia bimba di 2 anni xchè in questi mesi ho compreso realmente il concetto di famiglia. Poi si vedrà..
    Un abbraccio.

  8. Condivido tutto. Mi sono trasferita in un’altra città per via del lavoro del mio compagno e non mi sono voluta accontentare per quanto riguarda il mio. Non più. Adesso sono una mamma a tempo pieno e se un giorno avrò modo di fare un lavoro che mi piace ben venga!

  9. Ho i brividi, ho pianto…ma questa volta nel mio cuore ti ho anche invidiata un pochino, ovviamente un’invidia buona (per te poi che sei l’oca del mio cuore ci mancherebbe), brava amica mia, ti stimo ancora più di prima e poi brava come sei troverai qualcosa da fare a casa, che poi il tuo da fare direi che ce l’hai e a iose….dovrebbero pensare di dare uno stipendio alla mamme ;))) Vi bacio e vi abbraccio ragazze del mio cuore.

  10. Hai fatto stra bene perché c’è un tempo per tutto e questo è quello in cui è giusto rallentare…parole vere nelle quali mi ci rivedo,la tua scelta l’ho fatta anch’io e me ne godo tutti i privilegi anche se,come dici giustamente,lo stipendio in meno pesa senza dubbio..bisogna fare un restyling del proprio modo di vivere ma a oggi posso dire che ne vale la pena!baci

  11. Stessa scelta dopo la seconda gravidanza… Decisone presa non senza paure e ansie… Ma penso di aver fatto la scelta giusta per la mia famiglia ora!! In bocca al lupo Sere X tutto! Un abbraccio da una mamma!

  12. Ho fatto la tua stessa scelta ad aprile! Il lavoro, mi piaceva, la libertà economica pure, ma… Passare uno, due giorni senza vedere mio figlio per via dei turni era snervante, sentire la sua piccola voce al telefono che mi chiedeva il perché della mia assenza era anche peggio… A ottobre di anno scorso è nato il mio secondo figlio, e quando la maternità è terminata, mi sono sentita senza la terra sotto i piedi, ora non lasciavo più un bimbo, ma due, con differenti bisogni, e sapere che un’altra persona che non era la loro mamma doveva far fronte alle loro esigenze, mi ha portato a decidere per la famiglia! Quando dico che mi sono licenziata, mi guardano come se fossi matta, forse è vero… Ma i bimbi hanno bisogno della loro mamma, non di una mamma par-time snervata e stanca! Fino ad un’anno fa ho impostato la vita sulle esigenze lavorative, ora il lavoro si imposterà sulle esigenze della mia famiglia!

  13. Cara Serena ancora una volta mi ritrovo in ció che hai scritto. Dalla prima all’ultima parola. Io poi che di anni ce ne ho messi nove (per avere Nina), io che ci avevo rinunciato tra lacrime e rassgnazione, io che sono un altro segno di terra ed esattamente come la Vergine, pianifico, scalpito x le novità e allo stesso tempo mi faccio assalire dall’ansia…beh ho preso la tua stessa decisione con la differenza che io il lavoro non ce l’avevo già più poco prima di rimanere incinta… e ho trascorso questi primi nove mesi della mia piccola a dire “eh ma fra poco devo rimettermi a cercare, a settembre quando lei avrà nove mesi mi rimetto in pista eccetera eccetera eccetera…”. Mettici pure che Nina è nata prematura ma io proprio in questi gg guardandola ho detto “ma a me. Chi me lo fa fare?” Voglio dire…perchè tutta sta fretta? Non che qui non si abbia bisogno anzi! Anche il mio compagno è un lavoratore autonomo e si sa che è un lavoro che se da un lato ti permette di gestire le cose diversamente dall’altro presenta molte incognite (anche economiche). Eppure ho pensato che io la mia piccolina me la voglio godere. Voglio viverla. Forse dopo anni di pessimismo cosmico, anche io ho imparato a vedere il bicchiere mezzo pieno…tant’è che mi sono resa davvero conto (forse anche per quello che io e nina abbiamo passato alla nascita…TIN e prematurità da gestire) che le cose che contano nella vita sono davvero altre. E poi chissà magari mi si presenterà qualche occasione bellissima più avanti…l’importante è vivere tutto con positività. Un abbraccio e un grande in bocca al lupo.

    Ps. Non rileggo, spero di aver scritto decentemente…qui sempre di corsa 🙂

  14. Beata! È un privilegio e una fortuna! La famiglia prima di tutto,peccato poi dover fare i conti con il dio denaro…ecco lui influisce negativamente su tutto…in bocca al lupo x la vostra nuova vita!

  15. Ciao Serena, è tanto che non passo dal tuo blog…cosa leggo?? Per me sei matta sì ma di quella follia che vale la pena di avere nella vita! Hai fatto bene e ti faccio un grandissimo in bocca al lupo!! Condivido il tuo pensiero….io per ora lavoro part time ma non escludo che nella tua situazione e col marito in un’altra città, probabilmente avrei provato le tue stesse cose e avrei fatto la tua stessa scelta…

  16. Ciao Serena, ti seguo ti leggo e ogni volta mi fai emozionare. Io 4 anni fa’ ho fatto la tua stessa scelta, che non rinnego x nulla al mondo. Per cui hai fatto stra-bene, famiglia e felicità non valgono tutto il denaro del mondo. Un abbraccio e aspetto di leggere cosa troverai dietro il portone

  17. Hai fatto benissimo sere!!!!
    Io ho fatto il contrario come sai sono stata a casa fino a gennaio e poi ho ricominciato ma con i figli “grandi” e con un marito che è tornato a tempo pieno e quindi con la possibilità di gestire insieme a lui i nostri figli,prenditi tutto il tempo che ti serve e vedrai che qualcosa salta fuori comunque!
    Un super bacio❤️❤️❤️❤️

  18. E’ il tuo primo post che leggo e…che dire? Non certo un post “leggero”!
    Non conoscendoti neppure virtualmente, e’ molto difficile per me esprimere un parere sulla tua scelta. Io personalmente non credo che, finché riesco a guadagnare anche solo abbastanza per toglierci qualche sfizio, lascerei mai il mio lavoro. Perché i bimbi crescono in fretta e in men che non si dica sono inseriti in un mondo scolatico che assorbe la maggior parte delle loro ore, perché ho visto mia madre lasciare il lavoro fuori casa quando mio fratello minore (siamo in tre) aveva due anni perché non ce la faceva più ma poi pentirsene a cinquant’anni, quando sia noi figli che mio padre, ahimè, ha preso il largo, perché faccio un lavoro in cui vedo coppie scoppiare e donne senza reddito che si trovano di colpo in grave difficoltà, anche psicologica.
    Se però metto da parte la ragione e ascolto il cuore, so che in realtà io non farei la tua scelta, almeno per ora, perché io il mio lavoro lo amo: e’ ciò che ho sempre voluto fare e in più mi lascia quel minimo di flessibilità che mi consente di seguire personalmente mio figlio dalla uscita da scuola (a volte con il doposcuola) fino all’ora di metterlo a letto e nel fine settimana. Ed è un lusso, lo so. Se invece, come scrivi tu, il mio lavoro non mi piacesse e in più avessi orari rigidi che impongono corse e rinunce continue, credo che pensieri seriamente a fare la tua stessa scelta. Insomma, tante parole per dirti che la scelta è tua e, siccome ogni situazione e’ diversa dalle altre, ogni persona e’ diversa, anche se dovessero criticarti, tu potrai sempre camminare a testa alta perché solo tu sai qual è la cosa più giusta per te e la tua famiglia! Dovremmo smetterla di pensare che il lavoro sia la nostra vita e lavorare per vivere, non viceversa, a meno che dietro il lavoro non ci sia una grande passione per quel mestiere.
    Buon nuovo cammino!

  19. E’ il tuo primo post che leggo e…che dire? Non certo un post “leggero”!
    Non conoscendoti neppure virtualmente, e’ molto difficile per me esprimere un parere sulla tua scelta. Io personalmente non credo che, finché riesco a guadagnare anche solo abbastanza per toglierci qualche sfizio, lascerei mai il mio lavoro. Perché i bimbi crescono in fretta e in men che non si dica sono inseriti in un mondo scolatico che assorbe la maggior parte delle loro ore, perché ho visto mia madre lasciare il lavoro fuori casa quando mio fratello minore (siamo in tre) aveva due anni perché non ce la faceva più ma poi pentirsene a cinquant’anni, quando sia noi figli che mio padre, ahimè, ha preso il largo, perché faccio un lavoro in cui vedo coppie scoppiare e donne senza reddito che si trovano di colpo in grave difficoltà, anche psicologica.
    Se però metto da parte la ragione e ascolto il cuore, so che in realtà io non farei la tua scelta, almeno per ora, perché io il mio lavoro lo amo: e’ ciò che ho sempre voluto fare e in più mi lascia quel minimo di flessibilità che mi consente di seguire personalmente mio figlio dalla uscita da scuola (a volte con il doposcuola) fino all’ora di metterlo a letto e nel fine settimana. Ed è un lusso, lo so. Se invece, come scrivi tu, il mio lavoro non mi piacesse e in più avessi orari rigidi che impongono corse e rinunce continue, credo che pensieri seriamente a fare la tua stessa scelta. Insomma, tante parole per dirti che la scelta è tua e, siccome ogni situazione e’ diversa dalle altre, ogni persona e’ diversa, anche se dovessero criticarti, tu potrai sempre camminare a testa alta perché solo tu sai qual è la cosa più giusta per te e la tua famiglia! Dovremmo smetterla di pensare che il lavoro sia la nostra vita e lavorare per vivere, non viceversa, a meno che dietro il lavoro non ci sia una grande passione per quel mestie

    1. Credo che alla fine il punto sia tutto lì: se come scritto avessi fatto un lavoro che amavo, non lo avrei lasciato. Sarei rientrata come sono rientrata post prima gravidanza. Ma non mi piaceva, non avevo stimoli e soprattutto non mi permetteva di essere felice. L’avrei fatto solo per lo stipendio che per carità è importantissimo ma voglio sperare che per me ci siano altri modi di guadagnare. Io non voglio smettere di lavorare, sia chiaro. Mi sono presa una pausa. Per approfittare anche dell’ultimo anno di materna di mia figlia maggiore, in modo da raggiungere papà più facilmente. Dopodiché assolutamente cercherò qualcosa ma spero di trovare un impiego part time che concili le mie ora di mamma e perché no quelle del blog. Insomma qualcosa che mi regali indipendenza anche solo mentale, perché trovo sia importante, ma che non mi complichi la vita. Cosa che invece il mio ex lavoro, per la nostra situazione, faceva. Tutto qui. Ti ringrazio per essere passata e per non aver giudicato. A presto, spero

  20. Grande Serena!!!! ❣️Io ancora non ho bambini ma spero di averne presto..e condivido molti dei tuoi pensieri!! Sii felice!!

  21. L’ho fatto anch’io…a luglio di quest’anno mi sono licenziata (dopo 10 anni nella stessa azienda). La vita da pendolare (Lago Maggiore-Milano) non coincideva più con i miei nuovi ritmi di mamma. Tra l’altro non potendo contare su aiuti esterni (nonna, suocera, ecc.) e non potendo permettermi una baby sitter, non avevo molta scelta. O meglio, ho scelto mio figlio! Anch’io ho rinunciato ad un indeterminato e ad una buona posizione in azienda ma l’unica posizione che mi interessava era quella di avere mio figlio tra le braccia ogni volta che desideravo. Sono scelte super-difficili ma credo siano quelle giuste. Ora il bimbo ha iniziato il nido per qualche ora la mattina: lui si distrae con gli altri bimbi ed io cerco di rimettere insieme le idee per costruirmi un futuro nuovo, che possa adattarsi alle mie (e nostre) nuove esigenze. Al pomeriggio stiamo insieme e sono felice così. Tutto cambia, no? E forse anche noi dobbiamo cambiare strada facendo, trovare nuove prospettive, nuovi stimoli.
    Qualcosa che possa aiutarci a conciliare lavoro e figli. Io credo sia possibile (anche se per la maggior parte delle aziende italiane sembra proprio il contrario!).
    ps. Dato che siamo della stessa zona, chissà, magari ci verrà in mente qualche progetto da sviluppare insieme…l’unione fa la forza! 😉
    Un bacione,
    Ale

  22. Ohhhhh Sere, brava brava brava e tanta fortuna. Io sono in piena crisi invece, in quel momento in cui il lavoro che fai non ti entusiasma più e non si avvicina neanche lontanamente a quello che avrei voluto fare. I bambini vanno al’asilo, anche il piccolo l’ho portato al nido ma solo perchè vedevo che a lui stare con la nonna non bastava più. Anche se io stessi con lui non gli basterebbe, sarà prococe non sò ma vedo che ha bisogno di stare con altri bambini. Ha bisogno di stimoli e anche di sfogarsi. Ho preso la maternità facoltativa per fare un part-time, il datore di lavoro (che è una donna) non è ancora convinta che io la possa prenderla così come l’inps ha accettato la domanda. Quindi ho un’uscita in più al mese, il nido, ma 300 euro in meno sulla busta. Ho un’idea imprenditoriale che secondo me può essere buona, ma avendo chiuso un negozio anni fa, i miei continuano a rinfacciarmelo. insomma io la famiglia ce l’avrei contro. persino per il progetto del blog e del canale youtube sono contro. ma fino a che punto puoi mettere da parte te stessa per soddisfare le aspettative degli altri? Come posso essere una brava madre se sono continuamente infelice? Mia suocera mi dice “ma hai i bambini e una bella famiglia non ti serve altro” ma allora sono io che non vado bene? Perchè non mi basta? Sto lavorando di nascosto per creami una mia credibilità su internet e poi dire “ho realizzato qualcosa che alle persone piace” e procedere con il progetto successivo. Ci vuole tempo ed io mi sento scalpitante…… Sarà che sono alla soglia dei 40. E’ come se all’improvviso la vita mi sfuggisse di mano, come se avesse iniziato a correre ed io sto facendo delle passeggiate panoramiche. e sono assolutamente consapevole che ci sono cose molto molto più gravi che possono accadere nella vita, ma io mi sento così e non ci posso fare nulla. Voglio Essere Felice è il mio obiettivo. Non voglio fare una vita di quieta disperazione e lotterò è una promessa che faccio a me stessa. Ti auguro ogni bene possibile, sei un esempio. Francesca

    1. A parte che io sono a favore di asili and co anche se si può stare con i bambini (o ci possono stare le nonne) perché a mio parere i bambini stanno meglio tra di loro ed imparano a relazionarsi con i propri pari, che non guasta mai. Ma detto questo capisco bene cosa intendi: tu vorresti prendere il volo e tutti ti tarpano le ali. Lo so. Anche io ho avuto delle idee ma poi nessuno mi dice mai che è d’accordo sul tentare, e parlo delle persone che mi amano. Capisco che la paura di fallire sia dietro l’angolo però io sono anche dell’idea che se nessuno prova più a fare niente, non si esce più da questa crisi. A volte bisognerebbe andare contro tutto e tutti e fare solo quello che pensiamo sia giusto. Però poi è anche vero che non siamo soli al mondo e che è importante anche saper ascoltare gli altri… Fai quello che ti fa stare bene. Lo devi a te stessa. Bacio

  23. che dire… sei tosta a fare una cosa del genere.. e quindi ti auguro tanta fortuna!!! un abbraccio forte <3

  24. Brava serena!!! Vedrai che non ti pentirai di questa scelta, sarà la più azzeccata della tua vita! Da mamma a tempo pieno non posso che dirti che hai fatto bene. E se poi arriverà l’occasione di poter lavorare, magari part time, deciderai se accettare o meno.
    Ti ho stimata tantissimo per quel che hai fatto in questi anni, mamma, lavoratrice, pendolare per amore (idem Giacomo, ovviamente) e dopo il tempo passato tutti assieme in questa estate così importante per voi chi potrebbe avere da ridire sulla tua scelta? Credo davvero nessuno! Brava brava brava!! Un abbraccio grande, non sai quanto!

  25. Ciao Sere, quando ho letto il tuo post mi è venuto un groppo alla gola..sarà che l’ho letto in una giornata in cui ero in crisi lavorativa.. ma era proprio quello che stavo pensando quel giorno..sempre pensare alla carriera, sempre cercare di accontentare tutte le aspettative dei genitori, troppo poco tempo da dedicare alla famiglia e ai figli..è difficile capire il senso di tutto questo..purtroppo non è facile prendere la scelta che hai fatto tu..o molte volte purtroppo non si può davvero fare.. ti stimo perchè forse non avrei avuto il tuo coraggio..per me comunque hai fatto benissimo..almeno per adesso è quello che tu desideri e pensi possa essere la cosa più giusta per la tua famiglia, poi vedrai il futuro!!! Un bacio!

    1. Accontentare le aspettative degli altri ma andare contro se stessi è dura. Sono certa che quel magone passerà. Coraggio siamo tutte forti e tutte facciamo del nostro meglio. Poi sbagliare è pure umano no?

  26. Sei una grande mamma e una grande donna, ti auguro di riuscire a trovare ciò che stai cercando, non sarà facile ma tu questo lo sai, in bocca al lupo per tutto, di cuore.

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