Non si è mai troppo piccoli…per lo spettro della bilancia!

Il post di oggi nasce da un interessante articolo che ho trovato sul web. Si parla di bambini e del loro rapporto con il cibo. Del momento della pappa e del loro personale punto di vista. L’ho trovato carino. Mi ha fatto riflettere e ho pensato di riproporvelo. Perché in molte delle circostanze citate ci siamo di sicuro ritrovati.

Ricordo che inizialmente lo svezzamento di Lavinia è andato alla grande. Il pranzo l’ha accettato subito. Per un anno ha mangiato verdurine passate con omo di carne o pesce. Io dentro di me pensavo: che tristezza. Lei però assaggiava felice. Certo ogni tanto entrava in crisi. Poi le passava e ricominciava con gusto. La cena invece è stata un po’ più difficile da digerire, soprattutto quando le ho inserito la pasta. Non mangiava. Poi ha cominciato a mangiarla, ma solo con il burro. Guai a darle il pomodoro. Sempre e solo basta al burro. C’erano sere in cui mi tirava fuori dalla grazia di Dio. Tu prepari, proponi, lei nemmeno assaggia (o assaggia con faccia schifata) e rifiuta. Sono stati momenti duri. Fortunatamente nel mio caso si trattava di una settimana ogni tanto. In quella settimana si beveva il latte e nient’altro. Poi tutto tornava a posto. Ma ho amiche che hanno tribulato parecchio e ancora oggi a distanza di tempo hanno problemi con l’alimentazione dei bambini.

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Io solo una volta sono entrata in paranoia vera. Il ped, che aveva sempre fatto i complimenti a Lavinia per la crescita, a marzo di quest’anno ci dice che la crescita era stata inferiore al previsto. Che era alta sì, ma sotto peso. Io ho spiegato che venivamo da una brutta influenza in cui si era mangiato poco e male. (E tra me e me ho pensato: per fortuna che a 18 mesi non ha problemi di linea, sarà fortunata e da grande farà invidia alle amiche mangiando quello che vuole senza ingrassare????). Ma lo spettro della celiachia si è comunque abbattuto su di noi. Se Lavinia nei tre mesi successivi non fosse cresciuta adeguatamente avremmo dovuto fare indagini approfondite. Certo non c’è nulla di male nell’essere celiaci, oggigiorno molte persone lo sono e ci sono problemi ben più seri. Ma il pensiero di dover fare una biopsia alla mia bimba di 18 mesi mi aveva comunque buttata nel pallone. Quindi ho iniziato a proporle di tutto, dalle patatine fritte alle merendine confezionate. Cose che magari non facevano tanto bene, ma avrebbero potuto farle mettere peso…con me succede sempre così..:-D. Niente. Era nella settimana down. Solo latte. Il resto era inutile. Per fortuna come sempre la settimana è finita, Lavinia ha ricominciato a mangiare nel modo corretto (senza sdarsi alle schifezze) e due mesi dopo al controllo dal ped la crescita era stata più che importante.

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Questo mi ha calmata. Ma mi ha fatto rendere conto che a entrare nel circolo vizioso del peso si è sempre in tempo. I primi mesi quando poppano e non sai quanto crescono, (io mi sono rifiutata di comprare la bilancia per non ritrovarmi a pesarla a ogni poppata), con l’ansia però di sapere che ci sono parametri da rispettare…e la mamma del bf di Lavinia lo sa bene, vero Lucy? 😀 Dopo lo svezzamento, quando credi che il peggio sia andato e invece non è così…e poi arriverà l’adolescenza…e le varie paranoie che ben conosco tipiche dell’età… (seghe mentali che non si concluderanno con la vita da teen ager ma proseguiranno ad oltranza…:-D)

Però da allora il mio atteggiamento è cambiato. Mangi? Ok. Non mangi? Amen. Quando ti verrà fame se ci sarà modo mangerai altrimenti di fame non morirai. Perché è così, i bambini di fame non muoiono. Si regolano. Sono piccoli ma sanno capire bene cosa vogliono. Il problema è più nostro. Che entriamo in un trip, che ci preoccupiamo, che non sappiamo che fare. E più ci preoccupiamo più loro lo sentono e lo fanno apposta. Io di questo sono certa. Non per dispetto, non per cattiveria. Ma è così. Per questo se Lavinia, che divorava verdure fino a quando ha scoperto la pasta, ora non ne vuole più sapere, non insisto. Non mi va di obbligarla. Assecondo i suoi gusti. Anche perché ho capito che forzarla non serve a niente e che anche in questo caso decidono loro, tant’è che se all’asilo ci sono le verdure Lavinia le mangia. A casa no.
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Ecco quindi quello che riporta l’articolo di cui vi parlavo. Magari farà sorridere e riflettere anche voi…

Cara mamma, caro papà,
– quando è ora di mangiare, certe volte ho paura. Ho paura delle cose nuove, perché non so che effetto mi faranno in bocca. Come faccio a mettere “dentro” una cosa che potrebbe essere cattiva o avere una consistenza spiacevole? Come devo reagire se succede? Posso sputare se non mi piace? Mi promettete che non mi sgriderete?
– Quando mi riempite il piatto, il cibo non mi sembra più cibo, mi sembra un compito da fare, una montagna ripida da scalare. Ho paura di sentirmi pieno, di non avere più voglia di andare avanti. Ho paura che quello che era buono, all’improvviso diventi cattivo. Se succede, voi cosa farete? Farete la faccia scocciata e io mi sentirò cattivo, sbagliato, stupido. Non voglio deludervi.
– I sapori, anche quelli buoni, mi stufano. Se l’altro giorno quel piatto mi è piaciuto, datemelo ancora, ma non datemene tanto. Lasciatemi libero di prenderne un po’ e poi di chiederne ancora se ne vorrò. A me piacciono le porzioni piccole; poi, quando avrò finito, magari ne chiederò ancora. Posso provare a servirmi da solo?
– Certi colori hanno un brutto aspetto. Se la minestra è verde scura o marrone, non la voglio. E poi io devo riconoscere quello che mangio, i miscugli mi confondono. Ci sono tanti passati di verdura con colori più belli. Proviamo a farne uno arancione?
– Lo so che avete letto che bisogna assaggiare un piatto almeno cinque o dieci volte per capirne davvero il sapore, ma è inutile dirmelo sempre. Magari lo assaggerò di nuovo, ma lasciate passare qualche mese, datemi tempo.
– Quando vi sento tesi e arrabbiati, o distratti dai vostri problemi, io non ho voglia di stare seduto. Parliamo serenamente, scherziamo insieme. Magari quello che “non mi va giù” è la tensione che sento nell’aria. Giochiamo alla pace, almeno quando siamo a tavola.
– se vi dico “non mi piace”, a volte non ce l’ho col sapore: quello che mi dà fastidio magari è solo la consistenza. Perché non mi proponete di annusare, prima di mettere in bocca? Magari il profumo mi farà cambiare idea. E poi sono stufo di pappette, datemi anche qualcosa di croccante. E smettetela di imboccarmi, ormai sono grande.
– Se quei sapori che voi trovate buonissimi per me sono cattivi, non guardatemi con quella faccia che sembra voler dire “mio figlio è stupido”.
– Non mi dite: “che cosa vuoi mangiare?”. Per evitare problemi, io non posso che chiedervi sempre le stesse cose. Se volete farmi scegliere, pensate a due piatti e chiedetemi se voglio questo o quello.
– Ogni tanto, trovate il tempo per cucinare con me: se il cibo lo vedo, lo tocco, lo maneggio, lo annuso, forse a poco a poco mi farà meno paura.
– Quando mi prendete in giro, mi etichettate con aggettivi antipatici o mi dite che altri bambini sono bravi e mangiano tutto, mi sento ferito e solo, mi detesto perché so che vi deludo. Ma non posso fare nulla per cambiare le cose.
– Non proponetemi premi o ricompense se mangio quello che non mi piace: voglio imparare a fare le cose perché hanno senso, non per ottenere qualcosa in cambio.
– Non rinunciate mai a farmi scoprire il cibo, ma fatelo più serenamente. Perché non facciamo una gita in campagna? Magari in una bella fattoria?
– Non mi date cibi golosi solo per farmi mangiare “qualcosa”: se fate così non mi state aiutando a risolvere il mio problema, vi state solo arrendendo.
– Ho bisogno della vostra fiducia. Ditemi che prima o poi ce la farò; anzi, ditemi che ce la faremo.

Vi siete riconosciuti in qualche punto?


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Piccolo consiglio spassionato se avete bimbi che non mangiano: cercate per quanto potete di rimanere calme. Lo so che è difficile, l’ho provato sulla mia pelle. E l’ho viste sulla pelle di amiche che considero donne intelligenti. Capitano periodi difficili. Ma se i bimbi crescono, giocano e sono vivaci, non c’è niente di cui preoccuparsi. Stiamo attente a non fissarci perché i veri problemi arriveranno da quello. Dalla nostra ansia. Non dal loro poco appetito. Distrugge di più l’ansia che un piatto di pasta non apprezzato.

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5 commenti su “Non si è mai troppo piccoli…per lo spettro della bilancia!

  1. io e la bilancia, le doppie pesate e i 150 gr a settimana che dovevamo prendere. 150… non meno, penso che quel numero non lo scorderó mai… ora che é passato un po’ di tempo, se guardo indietro mi viene da ridere… certo 20 mesi fá ridevo meno, non é facile rimanere lucidi quando il lavaggio del cervello iniziano a fartelo che tuo figlio non è ancora nato tra dimensioni della pancia e calcoli dei percentili. Poi diventi mamma e ti ritrovi in un mondo in cui é un vanto avere il figlio piú cicciotto e alto possibile piuttosto che sano sereno e sveglio.
    Ci metti gli ormoni, il poco sonno voilá!!! Però… però a un certo punto ho deciso di fermarmi. Ho pensato a come avevo vissuto io i momenti dei pasti quando ero una bimba che mangiava pochino e ho deciso che, almeno in questo, sarei stata una mamma diversa da quella che ho avuto io (che é comunque la migliore :-p).
    Ho deciso che i pasti e il cibo dovevano essere un esperienza piacevole. Non saranno certo due maccheroni buttati giù a forza a far crescere mio figlio. Il risultato é che Mattia a 25 mesi è circa 10 kg. Ma assaggia volentieri tutto, quando gli dico che é pronto mi risponde YEAH. É un bambino molto vivace e nel suo primo anno di nido ha avuto solo due influenze segno che le energie non gli mancano.
    Per concludere, lui é fatto cosí, dobbiamo accettare che i nostri figli non potranno essere esattamente come speriamo. Io ci sono riuscita, almeno un pochino, e continuo a lavorare x farlo diventare un uomo coraggioso e generoso, capace di guardare oltre i pesi e le misure… è un compito difficile, lo so, ma almeno posso convogliare le mie energie e lasciare le pare sul peso ai pediatri e… ai nonni!!!
    Ultima cosina…. non é che ho ricevuto un’illuminazione divina… ho avuto per mia fortuna amiche intelligenti e affezionate (tra cui una certa blogger….)che mi hanno aiutato a riportare la bilancia in farmacia e a liberarmi da una schiavitú.

  2. io mi rivedo in tutti i punti di questa lettera! Aime’!! Ho una bimba di 7 mesi e mezzo che da quando abbiamo iniziato con lo svezzamento ha mangiato si e no 8 giorni di fila e poi stop! Solo piccoli, anzi minuscoli assaggi.. Appena arriva il momento di mangiare comincia a struggersi piangendo, urlando e buttandosi addosso a me in cerca del seno, quel seno che fino a poco tempo fa la faceva crescere un kilo al mese ma che ultimamente le dà appena quello che le serve x non scendere di peso! Certo probabilmente crescerà lo stesso, alla fine quel che conta è’ che sia una bimba vispa e vivace, ed effettivamente è così.. Io non la forzo, e mi sono promessa di mantenere sempre la calma, ma sinceramente posso dire che questo svezzamento lo Odio!

    1. Ah Miry capisco. Quando mi dicono che non vedono l’ora di svezzare io non sono molto d’accordo. Allattare è faticoso ma che pazienza ci vuole dopo!!!! Non demordere vedrai che prima o poi ingrana!

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