Siamo alle solite.
Ieri sera, grazie alle Iene, già vetrina due anni fa di quanto accadeva in Italia rispetto al decreto legge sulle Cure Compassionevoli, ho assistito impotente all’ennesima ingiustizia che subisce chi vive in questo paese. In questo servizio venivano mostrati tre malati senza cura, senza speranza, senza niente, vittime di malattie degenerative che non hanno cura e che riducono l’individuo ad usare sedie a rotelle e respiratori, e che tolgono movimento e uso della parola. Persone che fino a ieri erano attivissime e poi un giorno, per colpa magari della Sla si ritrovano a comunicare tramite un sistema oculare. Alla domanda:
“come passate le vostre giornate?” i malati rispondono “pensando“. E quando si chiede loro qual è il momento migliore della giornata rispondono: “quando dormo, perché non penso”.
Agghiacciante.
Queste persone non possono far altro che aspettare che il loro cuore smetta autonomamente di battere, sperando di non soffrire troppo, perché in caso stessero pensando ad “altro” viene loro ricordato che in Italia chi aiuta qualcuno a morire attraverso l’eutanasia attiva viene condannato fino a 15 anni di carcere. Nonostante non ci sia una legge in cui viene pronunciata la parola “eutanasia”. Perché ricordiamo che in Italia non esiste una legislazione come legge vera e propria. Quindi un genitore che assiste il figlio e lo aiuta a morire, verrà accusato di omicidio.
Impossibile dimenticare il caso di Eluana Englaro, la ventunenne lombarda vittima di un incidente stradale la quale, nonostante da viva e vegeta avesse espresso più volte il suo desiderio di non vivere da vegetale, dovette passare 17 anni immobile nel suo letto in stato vegetativo, perché il padre, che ne chiedeva l’interruzione dell’alimentazione artificiale aveva le mani legate: da una legge che nemmeno esiste. Il papà di Eluana ottenne alla fine, dopo anni di battaglia (dove venne anche iscritto nel registro degli indagati!!!!) che venisse sospesa l’alimentazione artificiale attraverso sondino nasogastrico alla figlia e grazie a questa “conquista” la ragazza si spense qualche giorno dopo. (Contro il parere della parte cattolica dell’opinione pubblica tra cui le suore Misericordine che si erano prese cura di Eluana che si erano rifiutate di interrompere l’alimentazione ad Eluana ed avevano addirittura invitato il padre ad abbandonare la ragazza alle loro cure e a DIMENTICARSI DI LEI.)
Alcuni di questi malati non possono nemmeno pensare di suicidarsi, essendo già a stadi troppo avanzati della malattia. Chi oramai muove solo gli occhi, come può togliersi la vita? Ma poi, soprattutto, anche chi ancora ha la libertà di farlo, anzi diciamo l’autonomia, perché dovrebbe essere spinto a suicidarsi, con tutte le sofferenze del caso, quando basterebbe “accompagnare queste persone alla morte”?
In questi giorni in Belgio dove l’eutanasia è legale hanno approvato una legge che consente di effettuare questa pratica anche su bambini sotto ai 12 anni. Per molti sarà pure scandaloso. Per me no. La dignità prima di tutto. Perché io non voglio dover subire accanimento terapeutico o dover essere mantenuta per decenni in vita attraverso un respiratore. Se sono malata e non ho speranze perché non posso scegliere di morire in un modo dolce invece che soffrire fino alla fine? Certo il distacco per chi resta sarà tremendo, ma lo sarebbe comunque. Se di una persona che ami resta più solo il corpo, ma non un pensiero, non una parola d’amore, non un abbraccio, perché mantenere quel corpo in vita? Solo per egoismo del non riuscire a separarmene?
E perché in molti paesi europei dove ancora l’eutanasia è vietata viene invece concesso il suicidio assistito mentre qui da noi la gente è ancora obbligata a spararsi un colpo in testa, ad ammazzarsi con il gas sperando di non ammazzare nessun altro facendo crollare l’intera palazzina o lanciarsi sotto ad un treno?
Perché? Perché ancora una volta in Italia, che si definisce paese democratico e che si basa su una costituzione che dichiara negli articoli 2 “la Repubblica garantisce i DIRITTI INVIOLABILI dell’uomo”, 3 “tutti i cittadini hanno pari DIGNITÀ”, 13 “la LIBERTÀ personale è INVIOLABILE”….si vieta ai cittadini di essere liberi di scegliere come vivere e come morire, di vivere dignitosamente e di morire dignitosamente? Perché non sono libera di curarmi con cure NON SPERIMENTATE (perché nessuno vuole sperimentarle, non dimentichiamocelo) ma definite compassionevoli MA non sono nemmeno libera di scegliere come e quando andarmene?
Ma la libertà, dove sta?
(guardate il video)
ANCH’IO #liberifinoallafine
Sere-mamma-dal-primo-sguardo
L’ho visto anch’io e devo essere sincera ho passato poi una notte agitata.
Quello che pensiamo e’ che non ci riguarda ma quei casi dimostravano che
nessuno può considerarsi immune, ti può
capitare e quindi poi che fai?
Tutte persone quelle del l’intervista che hanno dimostrato di avere lo stesso una loro dignità nonostante le condizioni fisiche, grandi persone ..
Io dal canto mio ho smesso di considerarmi immune ed estranea a ciò che capita agli altri da quando sono diventata mamma. Sarà la paranoia ma sono molto più attenta. E sono contenta di trovare sulla mia strada altre persone empatiche come me. Grazie per essere passata Valentina!
come sempre mi trovi non d’accordo..d’accordissimo con quello che scrivi cara Serena..non commento spesso..ma ti seguo sempre e anche se non ti conosco di persona ho completa stima nella persona..donna e mamma quale sei!
continua così!! un abbraccio
Vale grazie! E non importa se non commenti sempre, anzi meglio. Altrimenti pensano che ti pago!;-) scherzi a parte grazie davvero Vale, un abbraccio
Mio padre è morto di SLA a 59 anni. Un anno di calvario……Non sono riuscita a vedere il video che hai postato, non riesco più a vedere queste persone malate, è una ferita troppo grande. Concordo con ciò che hai scritto.
Mi dispiace Barbara, un conto è scrivere e immaginare, un conto è passarci. Mi dispiace davvero. Posso solo sperare che quanto prima cambino le cose. In meglio per una volta. Ti abbraccio