Non sono mai stata una gran sportiva. Anzi, proprio per niente.
Dopo aver smesso con la danza, passione durata per dieci anni, quando avevo 20 anni sentivo di dover far qualcosa per muovermi e mi ero iscritta nella tipica palestra sotto casa, dove andavo svogliatamente e anche poco convinta.
C’era però un corso in particolare che frequentavo più volentieri perché l’insegnante era una ragazza poco più grande di me che ci sapeva davvero fare: energica, positiva e con quel sorriso sempre stampato sulle labbra. Anche durante la sessione di addominali più faticosa.
Simona era la mia istruttrice preferita, tanto che quando se ne é andata anche la mia voglia di frequentare la palestra è svanita.
Poi ha aperto una sua palestra, per uno strano gioco del destino, accanto a quello che è stato il mio ufficio per otto anni. Ma per un motivo o per l’altro non sono mai riuscita a frequentare più un suo corso, nonostante seguendola sui social, vedessi quanto era ed è attiva la sua community: persone entusiaste è sempre sorridenti.
Proprio come lei, perché lei in questi venti anni il sorriso non l’ha perso mai. Nemmeno oggi che si è tagliata i capelli corti, per essere più veloce di quel male che si è impossessato temporaneamente del suo corpo.
Simona ha scoperto di essere malata tre mesi fa, il suo corpo le stava lanciando dei segnali. Lei li ha colti e ha affrontato un turbinio di emozioni, di paure e di ansie che devono averla attraversata dalla testa ai piedi. Ma che non l’hanno paralizzata. Quello no, nemmeno per un secondo.
A metà dicembre è stata operata e tre settimane dopo, contrariamente anche alle aspettative dei medici, era già in palestra ad allenarsi e ad allenare. Tre settimane. Non so se rendo l’idea. Anzi sì, se penso che io a distanza di 17 mesi dal parto ancora devo metterci piede. E io ho partorito, non sono stata operata.
Simona ci ha messo la faccia. Non si è nascosta. Non ha nascosto di avere un inquilino indesiderato. E la sua gente, i membri della sua palestra, le si sono stretti intorno, a darle forza. A sostenerla, come insegnante, come donna, come mamma.
Già perché Simona è anche mamma, di una bellissima bambina che ha sette anni e che è il motivo per cui lotta ogni giorno. Selene è la sua forza, oltre che la sua vita.
Se ci penso, mi vengono i brividi. Come ogni volta che la mente parte per quei pensieri che ti attanagliano la sera, prima di dormire, quando immaginioche che se mi accadesse qualcosa le mie figlie sono quelle che ci perderebbero di più. Perché loro hanno bisogno di me, esattamente come Selene ha bisogno della sua mamma.
Una mamma che ha una forza incredibile, che è un esempio e che anche se ovviamente all’inizio non è stato facile accettarlo, ha reagito nel migliore dei modi: di petto. Non lasciandosi andare, combattendo, sorridendo.
Con quello stesso sorriso che la contraddistingue da sempre e che tornerà sicuramente presto ad essere leggero. E libero.
“Ho scoperto di non essere un super eroe ma di avere dentro una forza che non credevo. Non mollate, combattete fino a che ci saranno speranze, credeteci. Se rimanete positivi, l’obiettivo sarà meno insormontabile”, dice Simona.
Vi ho raccontato questa storia perché credo sia davvero un messaggio di speranza e di positività. Abituati come siamo a lamentarci per cavolate, vedere come reagisce chi davvero avrebbe diritto a farsi prendere dalla sconforto, credo possa essere uno stimolo per tutti noi. E poi perché magari, tra di voi, c’è chi può capire Simona e quello che sta passando. E può darle quella parola di conforto, che può fare la differenza.
In bocca al lupo Simo!
Sere-Mammadalprimosguardo
Grazie per questo post Sere, mi fa sentire meno sola ora che la mia mamma sta combattendo con la sua testa rasata, sai la sua forza maggiore , quella che fa la differenza é proprio Giulia,la mia bambina di 10 mesi. Sta affrontando tutto a testa alta ed é un grandissimo esempio di forza e coraggio proprio come la tua amica. Ti abbraccio!
Ma ci credo! I figli e i nipoti sono sicuramente un motivo per mettercela tutta. Per non lasciarsi andare.In bocca al lupo alla nonna allora, che possa tornare in fretta a godersi al 100% la nipotina. E la sua bambina. Bacio
crepi il lupo!