La mammografia fa male?

Quando parlo con qualche amica di controlli senologici e racconto di aver già fatto la mammografia, spesso mi viene chiesto: ma la mammografia fa male?

La mammografia è un esame radiografico che consente di visualizzare precocemente la presenza di noduli non ancora palpabili che possono essere dovuti alla presenza di un tumore e che si effettua mentre il seno è compresso tra due lastre, al fine di individuare la presenza di formazioni potenzialmente tumorali. 

La mammografia insieme con l’ecografia che viene invece effettuata su donne anche più giovani e quindi con tempistiche anticipate, fanno parte dei test di screening che permettono di scoprire precocemente eventuali problematiche e di intervenire tempestivamente.

   test screening

Lo screening per il cancro del seno, secondo le indicazioni del Ministero della salute italiano, si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione ogni due anni della mammografia. Questo perché la percentuale maggiore di donne colpite da tumore alla mammella fa parte di questa fascia di età.

E’ però vero che oramai si sentono sempre più donne giovani con un tumore al seno per questo da tempo si discute dell’opportunità di anticipare questi controlli, e in alcune regioni italiane i programmi di screening già coinvolgono le donne più giovani, in particolare quelle tra i 45 e i 49 anni, con una mammografia ogni anno. In Lombardia addirittura si comincia ai 40 anni, 38 se c’è familiarità.

Io come sapete sono piemontese, ma ho scelto con la mia ginecologa di anticipare questo tipo di esame e di aggiungerlo, e non sostituirlo, l’ecografia che già faccio da una vita.

Faccio l’ecografia da vent’anni, la prima volta perché il ginecologo di allora mi aveva trovato un pallino e mi aveva quindi consigliato un’ecografia per capire cosa fosse. Da quella volta decisi di farla ogni anno perché mi faceva sentire molto più sicura e tranquilla un controllo in più piuttosto che uno in meno.

Durante la mia prima mammografia, fatta ormai 2 anni fa, ero davvero tesa e non nasconderlo di esserlo sempre anche se più consapevole. Avevo paura sia che trovassero qualcosa che non andava, sia del dolore. 

Avevo chiesto a mia mamma come veniva effettuato questo esame e nonostante mi avesse assicurato che non era niente di così tremendo, sapevo che il seno veniva schiacciato quindi questa cosa mi preoccupava un po’.

test screening

Ammetto che in generale non amo né la palpazione, né l’ecografia, né la mammografia. Per me il seno è una zona sensibile, sono abbastanza bloccata e impaurita a causa di un episodio della mia adolescenza, quindi ecco nn è già un momento semplice dal punto di vista psicologico per me. E ammetto anche che sentirsi schiacciare può provocare fastidio e un po’ di dolore, però è vero che si sopporta. Dura pochi minuti e può cambiare una vita

Fin da piccole infatti ci hanno raccontato che una diagnosi precoce può salvare la vita. Per questo autopalpazione mensile, ed esami diagnostici effettuati con tempistiche corrette possono davvero fare la differenza.

test screening

Nelle donne sotto i 40-45 anni di età, a causa della densità della ghiandola mammaria, questa indagine può risultare poco leggibile rispetto all’ecografia, per questo normalmente viene prescritta l’ecografia fino ai 45 anni e solo successivamente la mammografia. Ma non tutti i seni sono uguali, nonostante le fasce di età. 

Inoltre contrariamente alla mia idea iniziale e cioè di alternare ecografia e mammografia ogni sei mesi per avere uno spazio temporale più coperto e controllato, ho scoperto che fare questo tipo di esami lo stesso giorno, in maniera combinata, viene consigliato per escludere eventuali problemi. Mammografia ed ecografia infatti, combinatamente, possono chiarire maggiormente una situazione a volte dubbia.

Per esempio la prima volta che ho fatto la mammografia, si era visto un pallino in una zona tra l’altro che con l’autopalpazione non avrei raggiunto. L’ecografia fatta quello stesso giorno aveva confermato trattarsi di una piccola formazione benigna che andava monitorata ma non destava preoccupazione. E infatti alla ultima mammografia quel pallino non c’era più.

Se non avessi fatto quel pomeriggio l’ecografia avrei vissuto giornate di ansia nell’attesa di sapere che non era nulla. Quindi il senologo della struttura dove mi faccio controllare, l’Humanitas di Milano, che è una struttura di eccellenza e che mi è stata consigliata dalla mia ginecologa, mi ha consigliato di ripetere ogni anno congiuntamente ecografia e mammografia.

Per tutte queste ragioni vi consiglio di parlare con il vostro ginecologo e di chiedere quale sia la miglior soluzione per voi in base alla vostra storia clinica e a quella della vostra famiglia.

Un controllo in più non ha mai ucciso nessuno e può salvarvi la vita.

Sere-mammadalprimosguardo

6 commenti su “La mammografia fa male?

  1. Anche se ovunque scrivono che la mammografia non fa male, mi spiace, per me è un dolore insopportabile che mi toglie il fiato. Io ho il seno fibroso, questa conformazione fa sì che io provi molto dolore durante questo esame. Dura poco ma è come prendere una martellata. Il seno mi resta dolorante, lo schiacciano talmente tanto che sembra che scoppi.

    1. Secondo me è soggettivo, dipende dal tipo di seno ma anche dalla soglia del dolore, non so io ho avuto i calcoli e quello è il dolore più grande che ho provato, più del parto per esempio, ma non tutti la pensano così. In ogni caso credo sia importantissimo fare la mammografia, anche se crea fastidio…

  2. Ho letto ovunque che potrebbe provocare un leggero fastidio, ma anche per me è un dolore insopportabile. Più del taglio cesareo. Il medico mi ha detto che dipende dal fatto che ho il seno piccolo e che quindi hanno dovuto schiacciare molto. Non so…

    1. Concordo in pieno, fatta oggi è mi fa molto male, stavo per svenire.
      Anche io ho il seno piccolo. È la terza volta che faccio la mammografia è sempre fa molto male, oggi la infermiera era gentile (nota positiva)

  3. La dottoressa mi ha spiegato che il dolore non dipende dalle dimensioni del seno, ma dalla sensibilità di ciascuno.
    È stata molto comprensiva e a ogni ‘pressata’ ha fermato la macchina per eseguire l’ultima parte stringendo l’arnese manualmente. Mi ha spiegato che a loro non interessa stringere fino in fondo, ma avere la parte interessata tesa perché l’esame riesca.
    Consiglio di dire subito che per voi l’esame è doloroso e se dite che siete a rischio svenimento vi tratteranno con un occhio di riguardo, per evitare che si verifichino spiacevoli inconvenienti in studio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.