La prima cosa che pensi quando incontri il signor HiPP è che sei in buone mani.
Stefan Hipp è un uomo alto sorridente che ti accoglie e ti fa subito sentire a casa. A differenza di molti altri business man nella sua posizione il signor HiPP parla con tranquillità, lentamente, delicatamente e ti racconta con amore e passione il suo lavoro e tutto quello che lo circonda.
Ti racconta la tradizione della sua famiglia e della sua azienda, l’impegno profuso negli anni per far sì che il biologico abbia lo giusto spazio in una società in cui spesso il profitto conta più della qualità e del benessere.
Il suo mantra è: “healthy soil, healthy food, healthy people” (suolo sano, cibo sano, persone sane.)
Esattamente quello che ti aspetti quando incontri un’azienda alla quale affidi l’alimentazione e i primi anni di tuo figlio.
Ho usato HiPP con entrambe le bambine durante lo svezzamento prima e poi ancora con i prodotti per l’igiene quotidiana, e ho sempre saputo che fossero prodotti biologici, buoni e sicuri, ma adesso ho la certezza che scegliere HiPP sia stata la decisione giusta.
Ho visto con i miei occhi gli immensi campi nei quali vengono coltivate alcune delle materie prime utilizzate negli omogeneizzati. Carote, patate, grano e avena crescono qui secondo standard sostenibili e di agricoltura biologica, in oltre 3000 ettari di proprietà in cui pascolano liberi gli animali – pecore, galline, tacchini e angus. Tutti ingredienti che poi vengono utilizzati nei loro prodotti.
Ho sentito con le mie orecchie con quale accortezza il signor HiPP parli dell’importanza del biologico per lasciare qualcosa di buono ai suoi figli e anche ai nostri.
Ho respirato il profumo di una terra sulla quale non vengono spruzzati pesticidi chimici e dove ogni pianta, ogni cellula, viene rispettata.
Per raggiungere la tenuta polacca del signor HiPP (che abitualmente abita a Pfaffenhofen, dove è nata l’azienda di famiglia, a pochi chilometri da Monaco di Baviera) abbiamo dovuto prendere due aerei (perdendo anche una coincidenza purtroppo) e affrontare un transfer in pullman di quattro ore. Un viaggio che doveva concludersi in poche ore si è rivelato molto più lungo e pesante, a tratti nervoso.
Ma quando siamo finalmente arrivati a Podagi e il Signor HiPP ci ha accolto in casa sua la tensione si è sciolta e da quel momento è stato tutto perfetto.
Ed è stato l’indomani, durante la meravigliosa experience che abbiamo vissuto che abbiamo realizzato quanto ne fosse valsa la pena.
Inizialmente in un primo momento più tecnico abbiamo potuto ascoltare la storia di Mr HiPP e della sua famiglia e di come da anni si battano per far capire l’importanza del bio e del rispetto per la natura.
Già nel 1700 alcuni medici avevano intuito l’importanza di pratiche corrette e previdenti per quanto riguarda la coltivazione dei terreni. Con grande lungimiranza avevano visto come il nutrimento delle piante fosse costituito dalle sostanze organiche contenute in esso.
Concetti ripresi e sostenuti poi anche dal nonno di Mr HiPP anni dopo, sostenendo che un terreno sano, in cui vivono essere viventi in grado di aiutare l’agricoltura, non abbia bisogno di pesticidi e di elementi chimici per crescere a differenza di chi in passato sosteneva che per poter far crescere la popolazione mondiale fosse necessario utilizzare “aiutini” esterni.
Teorie smentite con il tempo e l’esperienza e purtroppo anche con i danni causati da un’agricoltura non biologica, massiva e poco naturale.
La sostenibilità richiede uno stile di vita e di economia, nel quale le risorse naturali, fondamenti di ogni vita umana, non vengano sovraccaricate, sprecate o ancora peggio distrutte. L’idea alla base del concetto di sostenibilità fu descritta già secoli fa nei trattati di economia forestale. Per sostenibilità si intende una forma di gestione che preveda che si possa prelevare legname soltanto nella misura in cui esso possa ricrescere, così da evitare il taglio raso del bosco e consentirne invece la rigenerazione e la riutilizzazione anche da parte delle generazioni future.
Se c’è vita il terreno è bio. Ad esempio più lombrichi si trovano in un terreno, più alta sarà la sua qualità. Basti pensare che in un terreno bio si possono trovare fino a 500 lombrichi in un metro quadrato, contro i 18 di terreni sottoposti all’utilizzo di agenti chimici.
Una cosa che ha colpito la mia attenzione è stato quando Mr HiPP ci ha detto che, nonostante da 70 anni agenti chimici come DDT e DDE siano vietati in Europa, ancora si ritrovano nella carne dei nostri animali, perché purtroppo l’animale non riesce a liberarsene e attraverso il latte che passa ai cuccioli, continua a diffonderlo. In Irlanda, dove questi pesticidi non sono mai stati utilizzati, non ce n’è traccia.
Assurdo vero? Anche un po’ inquietante, direi.
La nostra mattinata è proseguita poi sul campo, anzi dovrei dire tra i campi, raggiunti grazie ad alcune macchine da fuori strada che ci hanno permesso di vivere un’esperienza avventurosa, interessante e anche molto divertente nei 2000 ettari di terreni di Mr HiPP, dove vengono coltivate alcune delle materie prime della sua agricoltura biologica.
Vorrei aver registrato ogni singola parola. Vorrei raccontarvi del profumo e del colore dei campi, degli animali che ho incontrato, delle sensazioni che ho provato, della pace e della calma che ho respirato.
Vorrei riuscire a presentarvi il signor HiPP, vorrei che anche voi poteste ascoltare le parole che mi ha rivolto e il tono con il quale l’ha fatto. Vorrei poteste conoscerlo per condividere con voi la sensazione incredibile che mi ha trasmesso.
Ho incontrato tante aziende in questi anni ma vi assicuro che quello che mi ha dato il signor HiPP in termini di accoglienza e di calore e di contrasto, tra il ruolo che ricopre e la persona che è, poche altre volte.
Ma soprattutto sono tornata a casa con la consapevolezza che scegliere HiPP è stata la decisione giusta. In ogni senso.
Sere-mammadalprimosguardo