Week end a Napoli: cosa fare, mangiare, vedere

Il week end appena trascorso l’abbiamo passato finalmente a Napoli.

Erano anni che speravo di poterci tornare (già perché ci ero stata dieci anni fa giusto tre ore prima di spostarmi poco più in giù per un matrimonio), e speravo di poterla visitare meglio, visto che era una città che non conoscevo.

Così qualche settimana fa, approfittando del compleanno di Giacomo, ho pianificato il nostro week end a Napoli e ho messo in valigia un programma dettagliato intitolato Week end a Napoli: cosa fare, mangiare, vedere.

Week end a Napoli: cosa fare, mangiare, vedere

Premessa: potendo partire da Firenze, sabato abbiamo potuto prendere il primo treno delle 6 del mattino ed essere nel capoluogo campano alle 9, mentre il ritorno l’abbiamo preso lunedì mattina alle 7, permettendoci così di passare due giorni interi a Napoli.

Per quanto riguarda l’itinerario da seguire, vi confesserò che sono partita dalle cose da mangiare prima che da quelle da vedere, e poi in base alle varie tappe che avrei voluto fare (per mangiare), ho unito quindi i punti di interesse e creato il nostro itinerario.

Visto che le previsioni davano inizialmente pioggia per la domenica, ho organizzato un percorso a piedi serrato per il sabato, lasciando poi i posti al chiuso e più libertà per il giorno seguente.

Il nostro tour è partito direttamente dalla stazione Centrale di Napoli, da dove, con una bella passeggiata a piedi abbiamo raggiunto la struttura dove avremmo soggiornato, iniziando subito con una bella colazione da Attanasio, forno che avevamo letto essere il migliore per quanto riguarda la prima cosa da assaggiare a Napoli: le sfogliatelle.

Ammetto che ero prevenuta perché non amo molto la ricotta, benché meno i canditi, ma devo dire che al secondo morso ne ero già conquistata. Due sono i tipi di sfogliatelle proposte, la riccia e la frolla. Non l’avrei mai detto (perché in genere preferisco i dolci con superficie liscia a quelli lavorati) ma la riccia è assolutamente la mia preferita, e i canditi non li ho nemmeno sentiti.

Se andate da Attanasio, e vedete gente in coda (sicuramente) ricordatevi di farvi strada per prendere il numerino, altrimenti farete la coda come noi scoprendo dopo 5 minuti di aver perso dei posti e tempo.

Dopo aver mangiato le nostre prime sfogliatelle (perché a quel punto non sono state le uniche!) abbiamo preso Corso Umberto I e siamo passati a lasciare i bagagli nella struttura che avevamo prenotato per dormire.

Apro parentesi: non vi consiglierò in quale struttura dormire, perché quella che abbiamo scelto noi, un B&B adiacente a Castel Nuovo, zona porto, sebbene fosse molto pulita e la proprietaria molto gentile e disponibile, ha avuto una grande pecca: l’insonorizzazione assente, e trattandosi di un appartamento con 4 stanze, tutte occupate principalmente da giovani, capirete da soli il perché.

Vi posso però dire che sicuramente la zona è stata la scelta giusta perché a due passi dalla metro, dal centro (Piazza del Plebiscito a 10 minuti a piedi, così come via Toledo), in un contesto tranquillo, a differenza di altre zone in cui probabilmente ci sarebbe stata più movida, vedi Quartieri Spagnoli o zona Tribunali con Spaccanapoli, ma anche troppa confusione per i nostri gusti.

Sicuramente mi avevano sconsigliato la zona stazione, come un po’ per tutte le grandi città, per ovvie ragioni.

Una volta lasciati i bagagli ci siamo diretti proprio ala scoperta di Spaccanapoli, passando da Via dei Tribunali e San Gregorio Armeno. In questa zona è bello perdersi nelle stradine, osservare le bancarelle, assaporare le specialità del territorio. Proprio qui le famose statuine dei presepi, cornetti porta fortuna ad ogni angolo, pizza a portafoglio e tanto altro.

Week end a Napoli: cosa fare, mangiare, vedere

Per pranzo abbiamo scelto di fermarci da Tandem in via Paladino, perché avevo letto che avevano un menù a base di ragù e avevo voglia di fare la scarpetta (dal menù c’è proprio la possibilità di scegliere pane e ragù). Io ho scelto di assaggiare il famoso cuzzetiello (pane con dentro il sugo, nel mio caso genovese, carne e cipolla), Giacomo le polpette mentre le bambine hanno mangiato due tipi diversi di pasta con il ragù.

Nota che il ragù napoletano non è quello bolognese a cui noi più al Nord siamo abituati, ma con carne che viene cotta a lungo e pomodoro. Lo dico perchè io non lo sapevo e l’ho scoperto al momento.

Tutto buonissimo ed ottima accoglienza.

Rifocillati, ci siam spostati in zona Quartieri Spagnoli alla ricerca del murales di Maradona.

Questa è una zona molto particolare, sicuramente caratteristica, da vedere, ma prestando attenzione: le stradine sono piccole, in salita e spesso vi troverete motorini sfreccianti venirvi incontro. Fermatevi perché spesso non lo fanno loro.

Se devo trovare un difetto a questo week end è proprio questo, i troppi motorini incuranti dei pedoni, guidati anche da giovanissimi. Più che giovanissimi. E da mamma questa cosa mi ha fatto parecchio effetto, abituata come sono a seguire le regole per la loro (e la nostra) sicurezza, in primis.

Per il resto è molto chiaro e forte il senso di appartenenza di queste persone, si conoscono tutti e sono certamente una comunità molto stretta.

Da lì ci siamo sposati in via Toledo, la strada dei negozi spostandoci verso Piazza del Plebiscito, la più grande piazza della città, che mi ha ricordato moltissimo Piazza San Pietro, a Roma, anche se in piccolo.

Su questa piazza aleggia una famosa leggenda che recita che la regina Margherita una volta al mese, concedesse a uno dei suoi prigionieri di avere salva la vita se fosse riuscito ad attraversare la piazza, bendato, partendo dalla porta di Palazzo Reale che è esattamente al centro delle due statue, camminando dritto. Si dice che nessuno ci riuscì mai, ecco perché si parla di una “maledizione” della sovrana, che ancora oggi a distanza di secoli impedisce di riuscire nell’impresa. 

Ovviamente tra una foto e l’altra ci hanno provato anche le bambine 🙂

Da lì siamo andati a vedere il mare passeggiando in direzione Castel dell’Ovo. Peccato per la giornata nuvolosa, perché con i colori del sole immagino sarebbe stata tutta un’altra cosa, ma è stato ugualmente piacevole camminare guardando il Vesuvio e il mare.

Tappa doccia e relax per dieci minuti, prima di uscire nuovamente per cena.

Abbiamo scelto di mangiare la pizza e siamo andati all’Antica Pizzeria da Michele, perché dopo aver letto diverse recensioni di tutte le pizzerie blasonate e recensite su Napoli, ci è parsa quella migliore per quella serata.

E’ la pizzeria dove mangia Julia Roberts in Mangia Prega Ama. Ma no, lei quella sera non c’era 🙂

Consiglio di arrivare presto perché anche in questo caso c’è un numerino da prendere e c’è da aspettare. Però quando vi troverete davanti quella mega pizza che vi porteranno, ne sarà valsa la pena.

Incredibile come con soli quattro tipi di pizza tra i quali scegliere, ci sia tutta quella coda. Anzi no, incredibile no, perché è davvero buona, anche se sottile e più classica, per chi si aspetta il cornicione alto. Ma gustosa, leggera e davvero grande!

Week end a Napoli: cosa fare, mangiare, vedere

Domenica mattina ci siamo svegliati con il sole e questa cosa mi ha lasciata sorpresa visto che avevano dato pioggia, tra l’altro non avevo fatto grandi programmi per questo secondo giorno, proprio per colpa del meteo, quindi ci siamo dovuti organizzare sul momento.

Come prima cosa abbiamo deciso di prendere la funicolare da Augusteo (Zona Toledo) e raggiungere il quartiere Vomero per vedere tutta Napoli dall’alto. Costo del biglietto euro 1,20 i bambini dai 6 anni pagano, così come su tutti i mezzi a Napoli.

Vista spaziale, anche in questo caso con il sole (che nel frattempo era scomparso) sarebbe stato meglio.

Per scendere abbiamo preferito una passeggiata a piedi (in 15 minuti siete giù nuovamente in centro storico) e poi attraverso via Toledo siamo andati a vedere la Galleria Umberto I, perfetta anche per ripararsi da qualche goccia di pioggia in quel momento cominciava a cadere.

Anche in questo caso mi ha ricordato una famosa galleria che amo moltissimo, quella di Milano.

Visto che eravamo lì abbiamo scelto di pranzare provando la famosa pizza fritta all’Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo, buonissima e molto più leggera, nonostante il fritto, rispetto a tante pizze fritte mangiare negli anni in giro per l’Italia. Da provare!

pizza fritta

Nel pomeriggio invece abbiamo scelto di andare a visitare Napoli Sotterranea, e mai scelta fu più azzeccata.

Non avevamo prenotato, perché era un’opzione messa nel mio programma, in caso di pioggia, e vista la coda iniziale per entrare stavo per demordere, ma devo dire invece che ne è valsa la pena.

E’ stato davvero un giro (di due ore circa) suggestivo, interessante e anche divertente grazie alla guida che ci è capitata, che spesso ha parlato in napoletano stretto e che ho fatto fatica a capire, ma è stato spiritoso e coinvolgente.

Si scende attraverso 136 scalini al di sotto della città e si scopre un mondo e una storia incredibile. Si attraversano cunicoli molto stretti e al buio (ho temuto visto che soffro di claustrofobia ma invece è stato abbastanza semplice) ed è davvero un’esperienza da provare anche per i bambini.

Le mie erano assolutamente le più entusiaste e se la sono goduta tantissimo.

Riemersi dal sottosuolo attraverso 123 scalini (almeno abbiamo smaltito il pranzo), siamo andati a vedere il Duomo di Napoli che a differenza di altre chiese italiane famose ha un ingresso gratuito, cosa che ho apprezzato moltissimo.

E poi vuoi non andare a fare merenda? E via di nuvola per Lavi, zeppola di San Giuseppe per Giacomo e gelato per Ludo, caffè del Nonno per me.

Per la nostra ultima cena poi abbiamo scelto di raggiungere una pizzeria consigliata da diversi napoletani, Starita, in zona Materdei, passando per piazza Dante, e la lunga passeggiata a piedi è stata ripagata dalla bontà di quello che abbiamo mangiato. Va detto che io ero al limite e ho fatto fatica a finire la pizza che ho ordinato perché non sono abituata a mangiare così tanto, ma adesso a distanza di due giorni me la rimangerei al volo!

Per tornare al B&b abbiamo scelto di prendere la metro anche perché restava l’ultima tappa delle cose da vedere a Napoli della mia lista e ciò la stazione Toledo della metro, incoronata dal Daily Telegraph, la metropolitana più bella d’Europa e del mondo. Non a caso visto che è davvero bellissima.

Così si conclude il nostro week end è a Napoli (no in realtà si è concluso l’indomani con la colazione da Chalet Ciro, in stazione, di fronte al binario 23, con le graffe che ancora non avevamo provato!).

Sicuramente ci saranno state tantissime altre cose da fare e da vedere a Napoli, ma in un week end con due bambine è stato complicato fare e vedere di più. Anzi più che con le bambine, che hanno camminato senza sosta e si sono divertite a scoprire una città così diversa da quella alla quale sono abituate, è stato complicato fare di più con tutte le tappe cibo e tutte le calorie che abbiamo assunto mangiando.

Voto 10 al cibo, tanta stima per le donne di Napoli costrette a convivere con tanto bendidìo. Io probabilmente non conoscerei la parola dieta, se vivessi lì.

Chiaramente questo mio racconto è personale, chi abita a Napoli potrà raccontarvi di più e meglio di questa città tanto famosa nel mondo.

Ci siete già stati?

Sere-mammadalprimosguardo

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