Qualche giorno fa stavo leggendo su Facebook alcuni post pubblicati all’interno di un gruppo di cui faccio parte, un gruppo su Formentera. Uno di quei gruppi in cui ci si scambia consigli ed opinioni tra sconosciuti. La mia attenzione è stata catturata da un commento di una ragazza che chiedeva se fosse solo una sua impressione il fatto che l’isola fosse diventata un posto per famiglie e non più per i giovani.
A parte che già mi veniva da ridere perché è evidente che per alcuni l’associazione famiglia=vecchio è una garanzia, non tenendo forse conto che molte donne scelgono di avere figli a vent’anni e che quindi questo binomio è ridicolo.
Ma a parte questo sono andata avanti e dopo aver letto che un iscritto al gruppo invitava i genitori ad andare nei villaggi turistici e non a Formentera perché non è il posto adatto ai bambini, ho ovviamente dovuto rispondere per riportare la mia esperienza.
Io sono stata portata da mio padre a Formentera la prima volta nel 1989. Avevo 11 anni, ero una bambina. Quindi anche negli anni in cui nessuno andava a Formentera le famiglie già c’erano. Io ne sono la prova, mia sorella anche.
Poi ci sono tornata da “grande” con i miei amici, per le classiche vacanze da ventenni, fatte di mare (poco) e serate (tante). All’epoca Formentera era conosciuta per i grandi aperitivi del Blanco e del Big Sur. Arrivavi per le 19 e te ne andavi alle 22. In condizioni inenarrabili. Molti ragazzi hanno perso la vita al rientro da queste serate perché l’isola per molti aspetti è selvaggia, parecchie strade non sono asfaltate e cadere in motorino era facile (tanto che in quegli anni una persona su due andava in giro con cerotti evidenti dovuti alle escoriazioni delle cadute varie), e morire in vacanza perché i limiti alcolemici venivano superati senza che nessuno se ne preoccupasse non era più accettabile. Inoltre con questi aperitivi i ragazzi poi non andavano a cena fuori, perché si rientrava alle 2230, si dormiva un paio d’ore e si usciva di nuovo per andare a ballare verso le due. Situazione inaccettabile per i ristoratori, soprattutto locali, che vedevano di cattivo occhio questi aperitivi organizzati dagli italiani. Tanto che alla fine, hanno dato un giro di vite e li hanno fatti chiudere.
Nel 2010 quando ho conosciuto Giacomo a Formentera, quelle serate non esistevano quasi più, ma nonostante questo la vacanza è stata fantastica e ci siamo tutti divertiti. Anche senza aperitivi devastanti.
Ora come sapete torniamo a Formentera con Lavinia e grazie a lei ho scoperto la bellezza del mare alla mattina presto, la pace che ne deriva, i colori dell’isola alla mattina.
Posso perciò dire di aver visto Formentera ad ogni ora.
Ho quindi risposto a quel post dicendo che le famiglie da sempre vanno a Formentera. E che non è vero che l’isola è cambiata perché sono arrivate più famiglie, ma è vero il contrario: sono arrivate più famiglie perché l’isola è cambiata. E fa una differenza enorme. E poi ho chiarito al tale che consigliava a noi genitori gli all inclusive che il bello di Formentera è che è un’isola libera, selvaggia, senza orari, per cui è assolutamente assurdo (e ve lo do come consiglio) chiudersi in un villaggio dove invece è tutto organizzato nei minimi termini ( ve lo dice una che ama i villaggi turistici). E che se vuole più casino e divertimento, c’è Ibiza a mezz’ora di barca.
Ma veniamo al nocciolo della questione…andando avanti a leggere, la discussione si è, non so perché, spostata sull’altro luogo comune bambini=demoni e alla lettura di : mai i bambini al ristorante, sono caduta dalla sedia.
E ho pensato: ma sono stata anche io così stronza?
Anche perché mi è venuto in mente che una decina di giorni fa, attorno alle 20, tornando dalla spiaggia dove avevamo visto la seconda partita dell’Italia, avevo incrociato due ragazzi (non proprio giovanissimi tra l’altro) che stavano uscendo da un locale (super incasinato, modaiolo e in riva al mare) e uno dei due stava dicendo all’altro: comunque i bambini dovrebbero stare a casa, proprio mentre passavo io con il passeggino e Lavinia. Rosso in faccia (un mix tra sole, alcol e vergogna), dopo aver incrociato il mio sguardo, mi aveva subito chiesto scusa, cercando di giustificare la sua frase, ma non abbastanza velocemente ed intelligentemente dato che avevo già fatto in tempo a chiedergli chi fosse lui per decidere cosa e dove possono fare/andare i bambini. Stronzo era tra le righe.
Anche io sono stata giovane. A vent’anni ho scelto di andare in vacanza in un club Med di cui vi ho già parlato qui, in cui potevano andare solo persone dai 18 ai 30 anni. Un bordello. Scelto anche proprio per l’assenza di nani. Perché sì, spesso quando sei giovane, i bambini danno fastidio. Ma i vecchi pure! E con vecchio non parlo di età ma di chi è vecchio di testa, come chi si permette di dire che i bambini non devono andare al ristorante.
Siamo nel 2014 e ancora vediamo i bambini come piccoli mostri da evitare?
Ora siamo d’accordo che magari alla Prima della Scala Lavinia non la porto, principalmente perché lei si annoierebbe, ma anche perché so che disturberebbe chi paga per vedere uno spettacolo e vuole silenzio. Per lo stesso motivo non l’abbiamo ancora portata al cinema, nemmeno a vedere i cartoni per bambini. O quando siamo andati ad un matrimonio siamo entrate giusto per l’arrivo della sposa e poi siamo uscite per non calamitare un’attenzione che quel giorno non era nostra.
Certo ci sono posti in cui i bambini non sono a loro agio e quindi è giusto non portarli perché annoiandosi disturberebbero gli altri.
D’accordo.
Ma il ristorante, soprattutto se in vacanza, è una boiata senza senso.
Già mi arrabbiavo ai tempi ed evitavo accuratamente i posti in cui i cani non erano ben accetti. Anzi mi incazzavo da morire. Figuriamoci ora quando sento queste cose.
I bambini non sono alieni. Sono esseri umani. Magari non porto Lavinia a cena alle 23 perché so che a quell’ora è stanca e deve dormire. Andiamo alle 20, 2030 e ci portiamo l’ipad in caso di necessità. Aveva dieci giorni quando siamo andati a cena fuori io e Giacomo la prima volta con lei. Ha dormito tutto il tempo.
Se vado a fare un ape con le mie amiche, se vanno alle 1830 vado da sempre tranquilla perché è un orario consono e Lavinia viene volentieri, mentre alle 20 è ora di cena quindi le creerei un disagio e allora dico no. Il primo aperitivo Lavinia l’ha fatto a quindici giorni di vita.
Viaggia in treno da quando aveva 33 giorni e non ha mai e dico mai avuto nessun problema. A chi mi guardava con gli occhi pieni di terrore e mi chiedeva: ma non si stanca? Ho sempre risposto che lei dal passeggino passa in braccio alla mamma, dorme e mangia (ora alterna anche ipad dato che è grande ma prima era solo pappa e nanna) quindi non aveva nessun motivo per stancarsi. Io al massimo arrivavo a Firenze con le ossa rotte tra scale passeggino e corse varie. Io non lei.
Ha già preso l’aereo dieci volte. Otto voli li ha fatti dormendo tutto il tempo. Gli altri due giocando o guardando un cartone.
Avere un bambino non è una condanna ai lavori forzati, né un carcere a vita.
Certo occorre comprendere che le priorità ora le hanno loro, che gli orari cambiano, che bisogna organizzarsi anche quando si è abituati a non farlo, ma si può fare tutto, con intelligenza e rispetto verso i bambini e verso gli altri. I bambini sono bambini non demoni. Né tantomeno vanno tenuti sotto una campana di vetro. Hanno diritto anche loro a vivere e a scoprire il mondo. Vanno semplicemente EDUCATI. Il problema non sono i bambini, ma gli adulti che li educano. Chissà perché spesso si vedono in giro famiglie straniere numerosissime e silenziosissime. I bambini degli stranieri sono molto più educati dei bambini italiani. Ma non è genetica, è questione di quello che assorbono e imparano a casa loro.
Per tanto, invece di criticare chi porta i figli al ristorante cominciate a chiedervi che tipo di adulto siete voi, potreste stupirvi nell’accorgervi che alla fine, tanto educati non siete nemmeno voi, e che di conseguenza non lo saranno i vostri figli. Magari proprio voi che lamentate la presenza dei bambini in giro per i locali, siete gli stessi che se alle 14 decido di rilassarmi in spiaggia e di dormire un po’ siete accanto a me a urlare e fare casino e mi impedite di riposare mentre progettate la vostra serata, oppure giocate a pallone a un metro da me o con quelle maledette racchette, tic tac tic tac. Questa non è maleducazione? Si parla sempre di bambini maleducati, ed è vero ce ne sono parecchi, ma degli adulti maleducati non parla nessuno. Perché Lavinia non dovrebbe venire al ristorante con me se poi dietro al mio tavolo partono cori, battutine, urla magari dovute al tasso alcolico un po’ elevato? Perché Lavinia non può viaggiare in treno perché magari piange e disturba e poi a un metro da me c’è uno (stronzo) che per tutto il tempo del viaggio parla urlando al cel facendo sentire a tutti le sue ultime avventure amorose?
I bambini vanno educati, non devono disturbare, ma se capita che un bambino al ristorante faccia un capriccio, e pianga per due minuti, a meno di essere in un ristorante chiccosissimo dove magari i bambini sono fuori luogo e io non la porterei (non ci andrei proprio) per il resto, un minimo di elasticità gente!
Siamo onesti, la maleducazione è dilagante. Ma va combattuta. Partendo da noi stessi.
E io lo faccio educando mia figlia, insegnandole a dire grazie e prego, buongiorno e arrivederci, ma anche portandola ovunque e insegnandole sul campo cosa può e cosa non può fare.
Sere-mamma-dal-primo-sguardo infastidita.
I bambini, come gli animali, sono l’esatto riflesso dei propri educatori. In primis siamo noi a doverci chiedere se l’esempio che doniamo ai nostri figli è corretto. E poi sono bambini cavolo!!!!! Se piangono e frignano non fanno altro che il loro stupendo lavoro!!!!!!!
Il ped per levare il pannolino a Lavinia mi aveva detto di darle una caramella come premio, come si fa con i cani avevo pensato. Mi viene da sorridere ma è proprio così. Noi siamo educatori, degli uni e degli altri. Un bacio
Ti adoro! E mi hai fatto venir voglia di andare con Leo a formentera! Se vado ti chiederò consigli! Baci baci
Francesca sono qui quando vuoi! Aspetto te e Leo allora eh? perché ovviamente giugno è il mese migliore (non solo perché ci sono io!:-D)
Tra 20 giorni parto per la sardegna con la pupa che avra 9 mesi il primo che rompe i coglioni lo pesto !!!
ti vedo Manu. Ti posso immaginare. Muoio :-D. Vedrai che nessuno si lamenterà, finché sono così piccoli sono adorabili per tutti. E’ dopo che si trasformano (che poi è la verità!!!) bacio e buone “vacanze”!!!!
Sottoscrivo ogni singola parola.
grazie Lorenza, ne sono felice. Bacio
D’accordissimo con te Sere!:)
Brava!
Grazie tesoro! un bacio
Tu non lo sai, ma con questo post mi hai risollevato il morale. Mi hai fatto sentire meno sola, meno strana, meno sbagliata. Grazie. Evviva te!
Se un mio post, risolleva te, una vera blogger, ne sono stra-onorata. Che poi non ho detto niente di che. Solo che in giro è pieno di stronzi. Direi che è anche liberatorio, non trovi? 😀
Condivido tutto e girando un pò mi sono resa conto che comunque questa cosa dei bambini che danno fastidio è molto spesso legata al popolo italiano, all’estero sono molto aperti e i bambini sono accettati, ti ripeto noi andiamo da molti anni in Thailandia, già da prima di avere Andrea, e là per i bambini è tutto ben organizzato, cosi come in Germania ho trovato davvero tutto a misura di bambino, ovvio che poi dobbiamo essere noi genitori ad andare incontro alle esigenze dei nostri figli. Per dire Andrea se di pomeriggio salta il sonnellino, la sera è super noioso, quindi evito di fare qualsiasi cosa dopo le 19 anche perchè essendo stanco piangerebbe tutto il tempo. Comunque mi sono trovata sull’aereo una stronza di prima categoria!!! Ovviamente me la sono quasi mangiata…se i bambini non le stavano bene doveva starsene a casa!!!
Anche io mi organizzo così, in base al riposino di Lavinia del pomeriggio. Inutile organizzare serate se poi lei comanda! 😀 Quindi in base a come è girata lei mi organizzo io, mi sembra anche giusto! Anche perché portarla fuori a piangere, non solo sarebbe brutto per lei ma pure per me che comunque non mi godrei la serata per cui tanto vale no? Sull’aereo poi se mi trovo io una stronza me la mangio. Credo di poter dire tranquillamente di essere molto più sgradevole io di mia figlia quando sono in volo, per cui se non le vanno bene i bambini, se si trovasse me di fianco imparerebbe a tacere! 😀
Bravissima, complimenti davvero perchè hai scritto un post spettacolare, che condivido al 100%..ti dirò con tutta sincerità che non è sempre facile educare però cerco di fare sempre del mio meglio…spero di riuscire bene nell’obiettivo ;-)!
Baci
Ele
http://www.fricchettosa.com
Ele se facciamo bene solo il tempo lo dirà, però noi almeno ci proviamo no? Credo sia già importante questo. Un abbraccio e grazie mille!
Sere questo tuo post mi è piaciuto molto e così sei entrata nella mia top of the post di questa settimana 😉
Ti aspetto http://mammatraifornelli.blogspot.it/2014/07/top-of-post-17-8-luglio-2014.html
Buona giornata
Manu
Ma grazie Manu!!!!! vengo subito a leggere gli altri!!!! un bacione