Disclaimer: le immagini che vedrete in questo post, potrebbero farvi molto ridere.
In effetti è quello che è successo a noi, a me e a Lavinia, vivendo dal vero quegli attimi, durante una lezione di Aerial Hoop Dance organizzata da Fruittella, per ricordarmi quanto è importante il poter di un sì, a me che troppo spesso dico no.
Sono però anche pronta a scommettere, che accanto alle lacrime di gioia che verserete nel vedere un elefante appeso ad un cerchio, vi potrebbe scendere anche una lacrimuccia, se saprete immedesimarvi (non nell’elefante, ma in quello che c’è dentro, la mamma).
Ma andiamo con ordine.
Ogni volta che sento qualcuno lamentarsi dei Terrible 2 (i periodo di vita di un bambino, che va dai 2 ai 3 anni, che per molti è un momento devastante, per i vari capricci), mi viene da sorridere.
Quanto mi piacerebbe tornare a quegli anni, con Lavinia. Un caschetto biondo alto un metro che cantava per casa, mai triste, mai arrabbiata, sempre in movimento, possibilmente in pirouette.

E invece mi ritrovo in casa una preadolescente che sbatte la porta, che borbotta e che deve sempre contraddirmi. E non importa se trenta secondi prima le ho fatto notare che anche no.
Lei lo rifarà, ancora. E ancora.
Almeno se quando aveva due anni si mostrava cocciuta, lo faceva guardandomi con gli occhi dell’amore. Mi sfidava certo, ma poi mi correva incontro sorridendomi e tutto passava sciogliendoci in un abbraccio.
Fatti dare un abbraccio spontaneo da un’adolescente, se riesci…
La sua sfortuna, poi, è che sua madre, non è assolutamente del filone montessoriano, non si chiama pazienza di secondo nome e soprattutto non fa grossi respiri né si dedica allo yoga, aspettando che questa fasi passi.
Quindi lo scontro è inevitabile.
Come vi ho già raccontato altre volte, e questo è un mio limite e ne sono consapevole, sono talmente spaventata dalla maleducazione e dall’indifferenza che vedo in giro, che mi ritrovo ad essere una mamma abbastanza severa, per certi versi.
Capiamoci, le mie figlie sono bambine fortunate (sì ho scritto bambine perché a undici anni sei ancora una bambina, per me), hanno la possibilità di fare e di vivere tanto, hanno la mamma sempre a disposizione, sono molto amate, e lo sanno, e non manca loro nulla. E di questo spero che ne siano consapevoli.
In cambio noi chiediamo solo una cosa: rispetto ed educazione (sì sono due cose ma sono strettamente collegate, e poi vuoi mettere cosa c’è sull’altro piatto della bilancia?).
Quindi vanno bene gli sbalzi di umore, va bene non essere felice quando ti chiedo di fare qualcosa, va un po’ meno bene rispondere male, urlare e non rispettare qualche semplice regola.
Lavinia è una ragazzina (meglio così?) molto educata, me lo dicono tutti, però chiaramente in questa fase sta cercando di prendere il volo e prova a scoprire la sua personalità, testa quanto è resistente la corda prima che si spezzi, e probabilmente mette anche alla prova i nostri sentimenti per lei, quindi capita che si rivolga a noi in maniera errata e spesso ci ritroviamo a non essere d’accordo e a litigare.
E siccome poi io per prima mi rendo conto che questo fare le cose per il suo bene, in quel momento del bene non le fa, inevitabilmente mi sento in colpa.
Ma tanto si sa che alla fine la colpa è e sarà sempre della mamme, no?
Per questo motivo come vi ho già svelato in passato, da sempre, appena posso cerco di mi prendermi del tempo per stare con lei, e per fare qualcosa insieme. Come quella volta che siamo andate a Roma, solo io e lei per 48 ore. Vi ricordate?
Chiaramente adesso che sta crescendo il tempo è sempre meno, c’è la scuola, la danza, le amiche… i week end poi spesso li passa sui libri, perché ha iniziato la prima media che le piace molto e preferisce impegnarsi in quello che sta facendo piuttosto che magari venire a fare un giro con noi (sì è davvero una ragazzina responsabile, va detto).
Però era arrivato il momento per fare qualcosa per e con lei, anche per dimostrarle quanto sono fiera di le, anche se spesso se lo dimentica…
Così tra una sessione sui libri e l’altra, e tra una litigata e l’altra, qualche settimana fa ho organizzato una mattinata solo per noi due, dove, grazie a Fruittella, abbiamo potuto partecipare ad una lezione di Aerial Hoop Dance, una danza aerea che si fa con un cerchio, che ci ha permesso di passare del buon tempo insieme e ci ha reso complici in un’esperienza nuova per entrambe.



Perché se è vero che io da ragazzina studiavo danza e altrettanto fa Lavinia da anni, farlo insieme è stato bellissimo. Chiaramente con il tutù e le punte ai piedi sarebbe stato più complicato, soprattutto per me visto che ancora ricordo i miei piedi martoriati di allora, ma provare questa nuova esperienza insieme ci ha rese più affiatate e ci ha fatto sorridere (e ridere) tanto.



Posto che come potrete da voi notare dalle foto, Lavinia su quel cerchio ci sembrava nata, mentre io sembravo un sacco di patate, devo dirvi che è stata un’esperienza meravigliosa.


Faticosa, perché dopo 45 minuti di lezione non mi sentivo più le braccia e il giorno dopo non avevo nemmeno più le gambe, ma bellissima!
Al punto che Lavinia mi ha chiesto di informarmi per capire se nella nostra zona ci siano centri che propongono la stessa attività.
E lo so che vi state immaginando la scena, con me che cado dal cerchio, ma no, non sono caduta. Sono negata? Ovviamente! Ma ho portato a casa il risultato, mi sono messa alla prova e l’ho fatto con la mia bambina che invece, lassù, su quel cerchio era bellissima.






Tra l’altro il momento più bello di quella mattinata è stato quando vedendomi perplessa di fronte ad un esercizio, Lavinia mi ha detto: dai mamma che ce la fai, ribaltando per un attimo quei ruoli nei quali siamo spesso costrette ed emozionandomi tantissimo.


E sì alla fine ce l’ho fatta, forse non sarò stata leggera e precisa come Lavi (che comunque mi ha regalato una grande emozione e soddisfazione, perché se lei è così, anche bella, dentro e fuori, un po’ sarà anche merito mio, o no?), ma l’importante è averci provato e aver mostrato a mia figlia che si può sempre provare. A volte non si riesce, altre volte sì, ma l’aver tentato farà la differenza.
E poi così mi sono potuta mangiare le caramelle a fine lezione!



Basta davvero poco, alle volte.
Forse dovremmo ricordarci più spesso che è importante saper dire di sì ai nostri figli e anche se io spesso faccio fatica per la rigidità di cui sopra, mi rendo conto di quanto poi alla fine sia facile passare del tempo con loro, rilassate, senza le regole della vita di tutti giorni, in territorio neutrale.
Regala relax a noi, e riempie il cuore ai nostri figli che si sentono apprezzati, amati e capiti.
Voi siete più da no o da sì? Quand’è l’ultima volta che gli avete detto un sì consapevole?
Sere-mammadalprimosguardo
Siete bellissime e mi dai un po’ di speranza per quando le mie saranno adolescenti, periodo che tra tutte e 3 durerà 15 anni
❤️❤️❤️
Richiedimelo tra 10 anni se do speranza ❤️