In montagna con la Ludo!

Come sapete a inizio anno siamo stati in montagna, tutti insieme, io, Giacomo, Lavinia e la Ludo. Precisamente siamo stati a Tarvisio, dove Giacomo ha trascorso parecchie vacanze da piccolo. E ci è quindi tornato, tutto orgoglioso, con le sue due principesse quest’anno.

tarvisio mammadalprimosguardo

Tarvisio è sicuramente una località molto tranquilla, un po’ fuori dal mondo, dato che è in Friuli al confine con Austria e Slovenia, ma molto comodo arrivarci dato che esci dall’autostrada e sei subito lì, senza dover fare tornanti, curve strette e salite da voltastomaco.

Per raggiungere le piste più alte ci sono un’ovovia ed impianti di risalita per tutti i livelli. Avremmo voluto raggiungere anche noi la cima del monte Lussari attraverso la funicolare, avrei trattenuto il respiro durante tutto il tragitto (perché non ho solo paura dell’aereo ma anche del l’altezza in generale) ma l’avrei fatto per portare Lavinia e per prendere un po’ di sole dopo aver magari pranzato a base di polenta e formaggio in vetta.

Se non fosse che il giorno prima di questa gita mi si è accesa una lampadina e mi sono detta: ma non sarà troppo per la Ludo? Mi sono ricordata di un fatto di cronaca capitato ad una famiglia torinese nel 2003, in vacanza in valle d’Aosta, dove a 3200 metri di altezza avevano visto morire il proprio figlio di 8 mesi dopo 4 arresti cardiocircolatori.

Dapprima si diede la colpa proprio all’altezza esagerata. Poi l’autopsia parlò di sids. Anche gli esperti non furono concordi, o meglio si escluse che la gita in montagna avesse realmente ucciso il bambino, ma si disse comunque anche che portare un bambino a quell’altezza fosse stata un’imprudenza. Oltre che una tragedia assurda, aggiungo io.

«L’altitudine può essere un fattore di rischio nel primo anno di vita di un neonato», confermano Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), e Francesco Romeo, direttore della Cardiologia dell’universitá Tor Vergata di Roma. Corsello avverte: «Ad alte quote c’è una mancanza d’ossigeno importante, che certamente non è la condizione idonea per un neonato al primo anno di vita».

Così ho fatto un rapido consulto in rete e ho trovato alcune informazioni sulle quali ho ragionato e che vi riporto: in generale sarebbe opportuno non far salire i bambini oltre ai 2000 metri di quota nel primo anno di vita. Altitudini superiori a 2000 metri non sono consigliabili per un lattante perché, a prescindere dai problemi di temperatura, l’alta quota determina irritabilità, inappetenza e disturbi del sonno (e io confermo che anche a quote più basse le prime notti sono state “disturbate“).

Ma anche restando a quote inferiori salendo verso la cima sarebbe importante fare delle soste ogni 300 metri (come fai in ovovia???) e far deglutire il bambino per evitare problemi di compensazione (un po’ come si fa in aereo magari con l’aiuto del ciuccio o del biberon o della poppa). Inoltre i bambini con raffreddore e/o otiti dovrebbero evitare di salire in quota. Infine in generale i bambini con meno di 3 anni non dovrebbero prendere la seggiovia perchè l’aumento repentino di altitudine potrebbe tappare l’orecchio provocando una lesione al timpano.

Tutti questi motivi ci hanno fatto desistere. Ho parlato a Giacomo di tutti i dubbi che avevo e abbiamo deciso di evitare. Magari siamo stati troppo scrupolosi, alla fine la cima che dovevamo raggiungere noi era a 1789 metri, ma la Ludo aveva il raffreddore e io sono comunque terrorizzata dalla sids e faccio tutto quello che posso per cercare di non incrementare una percentuale di rischio non controllabile (esempio faccio dormire la Ludo sempre supina, sempre nella sua culla, per altri accorgimenti leggi questo post) quindi non me la sono sentita.

 

mammadalprimosguardo tarvisio

Abbiamo però respirato tanta aria buona a quota ragionevole e dormito tanto: di giorno senza problemi nel passeggino con il nostro sacco termico acquistato un mesetto fa (consigliato per temperature estreme e Tarvisio arriva anche a -20) e un tutone intero per far stare la Ludo avvolta e calda, di notte un po’ più agitate, ma non so se solo a causa della montagna o anche della culla da viaggio Ludi comprata prima di partire che però non si è rivelata l’acquisto dell’anno…. (Materasso inesistente, materiale rumoroso da sfregamento, poca resistenza dei ganci tanto che uno mi si è rotto montando la culla, e per una culla che deve essere aperta e chiusa di continuo ho detto tutto).

culla da viaggio ludi

In ogni caso la Ludo è stata benissimo e ha pure fatto il suo primo bagno in piscina, in uno stabilimento termale. Ma ve lo racconto la prossima volta!

Sere-mammadalprimosguardo

2 commenti su “In montagna con la Ludo!

  1. Ciao! Hai fatto bene a non portare la Ludo in cima.
    In fin dei conti la montagna resta lì ed è una scusa come un’altra per tornarci il prossimo inverno quando sarà più grandicella.
    Noi a Tarvisio ci siamo passati per andare in Carinzia: una regione splendida! Abbiamo fatto una settimana in campeggio con Edo che aveva cinque anni, Samu uno e Cloe in panza!!!

    1. Cloe in panza ci torneremo sicuro. Anche se sai io non è che muoia dalla voglia di andare in cima

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