Frequento Formentera da quando ero piccola grazie a mio padre che nell’89 se ne è innamorato e non l’ha più lasciata. Mi è capitato di fare vacanze altrove, così come alla mia famiglia, ma lo spazio per una vacanza, anche solo toccata e fuga, sull’isola più selvaggia delle Baleari, si trova sempre. Perché Formentera ha una magia che pochi altri posti al mondo hanno. Se vai una volta è sicuro che torni, perché ti entra dentro ed è poi come una droga: non puoi più farne a meno.
Nel corso di questi anni Formentera mi ha dato tanto: in primis l’amore della mia vita, ma non solo. Sono tante le amicizie nate tra una crema catalana e una sangria. Amicizie nate prima che arrivassero le bambine o amicizie nate anche grazie a loro. Una in particolare la devo a Lavinia. Nel 2014 ha giocato qualche volta in spiaggia con una bimba che poi abbiamo conosciuto meglio l’anno successivo: Giulia, una bambina poco più piccola di Lavinia, anagraficamente parlando, perché poi è più alta di lei. Altezza che ha preso dal suo grande papà, grande in tutti i sensi: Merih.
Quando la scorsa estate abbiamo scambiato due parole ho subito riconosciuto in lui una figura già conosciuta. Non solo perché già incontrata l’anno prima sull’isola, ma perché portatrice di un carisma, che non passa inosservato. Vi ho già raccontato nel post della nostra ultima vacanza a Formentera che Merih ha partecipato alla prima edizione di Shark Tank, un programma andato in onda qualche tempo fa sulle reti Mediaset. Avevo visto quella puntata e quando Merih in spiaggia mi ha rivolto la parola mi si è subito accesa la lampadina. E poi ho visto le borse, le mitiche WISSHH Travel Bag, e non ho avuto più dubbi. Abbiamo trascorso una settimana in loro compagnia e ci siamo affezionati a questa incredibile famiglia.
Merih, Giulia e la moglie Silvia hanno base a Brescia, ma come noi sono spesso separati, perché Merih ogni mese parte per il Canada dove lavora e lascia a casa le sue donne. Come non sentirsi subito in sintonia con questa storia, per altro ben più complicata della nostra. L’obiettivo di Merih però è quello di creare un business che gli consenta di lavorare in Italia e non all’estero. In Italia, a casa sua, con la sua famiglia.
Così quando qualche giorno fa ho visto su Facebook la sua nuova sfida, senza esitazione io e Giacomo abbiamo deciso di aderire. Di che cosa si tratta?
Merih sta cercando dei finanziatori. Ma aspettate. Non cerca il vile denaro. Non è lo scopo. Merih vuole vedere la potenzialità del suo progetto e per capirlo dice: mi servono 10.000 euro per partire. Chi vuole può partecipare a questa raccolta fondi e diventare azionista del progetto. Non si diventa proprietari di nulla, se non di gadget che si sceglie di ricevere. Ma è il concetto che è importante. La morale.
Aggiunge Merih:
… dopo 10 giorni e grazie a 48 “finanziatori” siamo al 35% del budget previsto per portare le WISSHH Travel Bag anche in USA. Molti mi chiedono, ma perché WISSHH Travel Bag è su Kickstarter? Il crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) o finanziamento collettivo in italiano, è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. WISSHH Travel Bag è su Kickstarter per identificare le persone che credono veramente nel progetto e per ringraziarle in modo speciale.
Se quindi stavate già pensando di comprare una Wisshh (in vendita anche su Amazon da qualche settimana)
potete farlo collegandovi al sito
https://www.kickstarter.com/projects/wisshh/wisshh-travel-bag-life-is-short-travel-more
Vi chiederà che somma volete investire e diventerete soci del progetto. In cambio potrete ricevere un badge di ambasciatori, o il travel kit, o la Wisshh, o la Wisshh personalizzata che potrebbe tornare utile se, che ne so, siete imprenditori e volete fare un regalo ai vostri dipendenti, o molto altro.
Provate a dare un’occhiata, magari diventiamo soci dello stesso progetto! E magari soprattutto riusciamo a riunire una famiglia che ora è pendolare.