Non ho mai nascosto di essere stata una fumatrice. Non ho mai nemmeno nascosto di non essere riuscita a dire addio definitivamente alla sigaretta nemmeno con la nascita della mia prima figlia.
Amavo fumare. O meglio, fumare mi dava quella consolazione, quell’appiglio, quel gesto, che mi serviva.
Avevo già smesso in passato, per poi ricascarci tre anni dopo, in un momento di transizione, in un passaggio del tipo: ma si, una sigaretta, cosa vuoi che sia.
Il problema è che io non sono capace a farmi bastare quella sigaretta. Io se fumo, “lo faccio per bene”. Una decina al giorno, almeno.
E nemmeno l’essere diventata mamma, mi aveva dato la determinazione di smettere. Nonostante mi ricordassi perfettamente della me piccola e di quando mia mamma, che aveva smesso di fumare con la mia nascita, si concedeva una sigaretta alla settimana il sabato sera uscendo con gli amici. E delle mie sceneggiate terribili, davanti a quel gesto: “mamma non fumare, non voglio che muori”.
Perché avevo 10/12 anni, ma già si parlava di cancro ai polmoni e mi era perfettamente chiaro, da figlia, cosa rischiava mia mamma.
La stessa cosa che rischiavo io fumando, ma si sa, spesso le buone intenzioni non si accompagnavo ai giusti gesti. Nemmeno quando la mamma sei tu, e tua figlia potrebbe essere la te del passato.
Poi un giorno di quasi quattro anni fa, ve l’ho raccontato, un amico è morto. Un amico che non fumava. Un amico che non aveva colpe. Un amico che non se l’era cercata. Eppure i suoi polmoni sono stati divorati dal mostro, in un mese.
Quel giorno è come se la mia testa avesse realizzato tutto quello che nessuna motivazione precedente era riuscita a finalizzare. Quello è stato il click che mi ha fatto svoltare. E che mi ha fatto buttare il pacchetto di sigarette dall’oggi al domani. Senza fatica, né rimpianti.
Oggi sono 1361 giorni che non fumo. Il mio record, che non intendo fermare.
Certo ci sono occasioni in cui mi accenderei una sigaretta. Ci sono momenti di grande stress in cui mi sarebbe più facile accendermene una.
Ma ho detto no. Ho deciso di perseverare nella mia scelta. La più giusta che potessi fare per me e per la mia Vita. E quando parlo di Vita intendo anche le mie figlie. Che hanno diritto di avere una mamma che faccia tutto quello che può per restare con loro il più a lungo possibile, e non una mamma puzzolente che le espone, tra l’altro, ai pericoli del fumo passivo.
Ecco perché quando mi capita di passare accanto a qualcuno che fuma, se sono sola, la mia mente va ai tempi della mia schiavitù e provo anche un po’ di tenerezza e compassione per chi non riesce a liberarsi dal vizio della sigaretta, perché io lo so che è dura, so che serve la giusta motivazione e che nessuno ti può convincere, so che a parole siamo tutti bravi, ma che poi quando ci sei dentro è un’altra cosa. Lo so, ci sono passata e lo capisco.
Ma se con me ci sono le bambine non posso essere accondiscendente né comprensiva.
Come quando scendo dal treno e mi ritrovo in una nube tossica creata da fumatori incalliti che approfittano della fermata del treno per fare due tiri. O come quando esco da un bar dove magari ci siamo fermate a fare merenda e nuovamente vengo investita dalla stessa nube di fumatori post caffè. O come quando cammino per strada e magari la strada è piccola, la zona pedonale, c’è una sorta di processione, e io devo restare dietro a qualcuno che fuma una sigaretta all’aria aperta, senza tenere conto però che dietro di lui qualcuno subisce. E quel qualcuno spesso è sotto al metro di altezza.
In occasione della Giornata mondiale senza tabacco (ogni 31 Maggio), Roche e Trudy hanno presentato Ector The Protector Bear, il primo giocattolo che tossisce ogni volta che qualcuno fuma vicino a lui.
Come fa? E’ dotato al suo interno di un rilevatore di fumo, che se annusa traccia di sigaretta, ed emette un suono come se l’orsetto tossisse, così che chi è accanto ad Ector si accorga del pericolo.
Così facendo scoraggia i fumatori, avverte i genitori ed educa i bambini a tenersi lontani dalle minacce del fumo.
Da qualche settimana Ector (che non è in vendita al pubblico) è arrivato anche a casa nostra con lo scopo di sensibilizzare tutti a firmare la petizione per dire stop al fumo nelle aree pubbliche in presenza di bambini, che trovate a questo link: http://ectortheprotector.com/it/firmalapetizione.
Ed è quello che vi invito a fare. Con il nostro aiuto potremo contribuire alla nascita di una generazione libera dal problema del fumo.
Perché l’aria più pulita che respireranno i nostri figli, sarà Vita.
Sere-mammadalprimosguardo